CRISTINA LORENZI
Cronaca

Carla, una storia di amore. Il dono più bello a mamma dalla famiglia Laquidara

Lanmarco e i figli Eleonora ed Edoardo hanno raccontato la vita della madre. In un libro le memorie degli ultimi mesi e le narrazioni di un’intera esistenza.

Carla, una storia di amore. Il dono più bello a mamma dalla famiglia Laquidara

Carla, una storia di amore. Il dono più bello a mamma dalla famiglia Laquidara

Il regalo più bello dopo la morte. Dopo averle donato una vita di gioie e di amore, i familiari di Carla Benedetti, scomparsa a causa di un’atroce malattia a 64 anni, hanno voluto dare alle stampe il volume ’Carla, una storia di amore e di bellezza’. Il marito Lanmarco Laquidara, noto medico e politico, la figlia Eleonora e il figlio Edoardo hanno scritto con lei il senso di un’esistenza. Una famiglia felice, devastata dalle avversità, ma rimasta, proprio davanti a un destino che più crudele è difficile immaginare, sempre unita e fedele a un ideale di felicità che sembra strano, ma nella vita a volte si trova proprio nelle pieghe della sfortuna.

Così Carla Benedetti ha raccontato gli ultimi mesi della sua esistenza, quel calvario vissuto accanto alla figlia malata dove ognuna sosteneva con amore incondizionato l’altra. Il marito Lanmarco a questo ha aggiunto i primi anni della loro unione quando, giovanissimi, contro ogni regola si sono sposati, pochi soldi, ma alle spalle due famiglie che sono state esempio di unità e solidarietà. Poi l’arrivo dei due figli, i problemi, la lotta, vinta sotto tutti gli aspetti, per dare a entrambi un’esistenza indipendente e da protagonisti. Le battaglie di Carla per dare ai suoi figli tutto quello che era necessario e giusto avessero, il successo nel suo lavoro di insegnante, l’aver saputo valorizzare la sua passione per l’arte anche davanti alla sofferenza trasformata in semplice complicazione. L’amore di una famiglia unica, ma anche di una società che ha sempre restituito a Carla l’impegno che lei stessa metteva in ogni sua iniziativa. Alla fine della lettura il rammarico di non averla conosciuta abbastanza. Di aver avuto sempre incontri superficiali che seppure fugaci avvertivano della presenza di una persona speciale. Per tutti. Per i suoi alunni, che continuano a definirla mitica, per i suoi colleghi, per le donne dell’associazionismo, ma soprattutto per la sua famiglia dove il dolore per la perdita può essere sopportato soltanto con l’entusiasmo di averla avuta. Il libro è arricchito dai ricordi di chi la conosceva bene, delle amiche che l’hanno sostenuta nelle ultime settimane di calvario. Un grido di dolore di una famiglia distrutta che grazie agli insegnamenti positivi di Carla riesce ad andare avanti.