La Pro loco sulla via Francigena lamenta il mancato coinvolgimento nel progetto per fare diventare Carrara la ‘Capitale dell’arte contemporanea’ del 2026. Secondo l’associazione si è persa l’occasione di pubblicizzare uno dei cammini più famosi d’Italia, in particolare ad Avenza dove sono presenti numerose sculture di marmo che ne fanno una via dell’arte. "Peccato questa volta non è andata, sarà per la prossima volta. Che Carrara meritasse il titolo di capitale dell’arte contemporanea è indubbio – scrivono dalla Pro loco –. Tuttavia la prossima volta tra le tante performance sarebbe utile inserire anche Avenza con il proprio contributo, che sarà pure di ‘nicchia’ ma è rivolto principalmente ad un pubblico selezionato e internazionale, come è appunto quello della via Francigena. Avenza offre a chi entra nel territorio comunale, da Luni fino all’uscita tra le colline di Nazzano, una sequenza di sculture in gran parte tematiche, perché realizzate in speciali simposi o selezioni ad hoc, naturalmente sommate ad opere preesistenti del Novecento, lungo il tracciato della via Francigena. E’ una via dell’arte a tutti gli effetti, composta da una trentina di pezzi, mentre altri sette sono sulla variante ciclistica e altri ancora agli ingressi urbani dell’autostrada e di viale XX Settembre più altre opere sparse.
Un patrimonio che se valorizzato rappresenterebbe un biglietto da visita per la città in chiave artistico contemporanea". "La mancata qualifica è stata un danno anche per le mancate ricadute sul territorio, è appena il caso di ricordare, tra i siti possibili beneficiari – concludono dalla Pro loco sulla via Francigena –, la riqualificazione del centro culturale Giorgio Amendola, che tra l’altro ospita una spettacolare opera d’arte come la tela di quattro metri di Aladino Nicoli, raffigurante Carrara nella Resistenza, per il quale però ci si augura un intervento risolutivo, un po’ prima della prossima candidatura, utilizzando il valore del palazzo Cat, bene indisponibile dei carraresi, In particolare dei ‘poveri fanciulli di Avenza’ per volontà testamentaria di Carlo Finelli, di cui anche il centro culturale Amendola Amendola fa parte".