Carrara, 1 novembre 2024 – La città non sarà la ‘Capitale dell’arte contemporanea’ per il 2026. Il ministro alla Cultura, Alessandro Giuli, e la giuria hanno scelto il progetto di rigenerazione della città siciliana di Gibellina ‘Portami il futuro’. Ma forse su Carrara come avevamo scritto ieri, potrebbe aver pesato la giunta di centrosinistra senza contare che per Gibellina, al di là della validità del progetto, tifava il presidente dell’Assemblea regionale della Sicilia Gaetano Galvagno, che è anche presidente del Parlamento e della Fondazione Federico II. Senza contare che Gibellina ha subito un terremoto e il suo progetto era proprio legato all’arte come elemento per la ricostruzione.
La sindaca Serena Arrighi ci aveva sperato fino all’ultimo, ma con grande sportività subito dopo il verdetto di Giuli si è congratulata con la cittadina del Belice, in cui risiedono 3.670 abitanti. “Voglio fare i complimenti alla città di Gibellina, alla sua amministrazione, ai curatori e a tutto lo staff che si è occupato della candidatura per questa vittoria – ha detto Arrighi –. Sono certa che Gibellina sarà una splendida Capitale italiana dell’arte contemporanea. Grazie al ministro Alessandro Giuli, alla presidentessa Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, alla giuria e a tutto il ministero della Cultura per l’attenzione che hanno riservato a Carrara”.
Carrara ha tentato il tutto per tutto e neppure l’asso nella manica di Maurizio Cattelan, calato dalla dirigente alla cultura Cinizia Compalati, è riuscito a convincere la giuria che il progetto ‘Carrara, da 2mila anni contemporanea’ era il migliore. Forse il board curatoriale non è riuscito a fare capire bene che Carrara è la città del marmo, che anche oggi in città arrivano gli scultori più famosi del mondo per scegliere i marmi per le loro opere, e che dietro al progetto c’erano i ‘soldoni’, quelli degli industriali del marmo, dei cantieri navali Tisg che producono mega yacht e realtà industriali molto forti.
“Purtroppo non è andata come tutti noi speravamo, ma credo che tutta la città debba essere orgogliosa del percorso fatto – aggiunge Arrighi –. In questi mesi abbiamo costruito qualcosa di importante che ci ha permesso di essere selezionati nella cinquina finalista tra una rosa di 23 città tra le quali, non lo dimentichiamo, figuravano anche realtà importantissime come Mantova o Venezia. Anche se non saremo Capitale dell’arte contemporanea 2026 il programma che è stato preparato resta e la grande sfida sarà ora cercare di realizzarne comunque il più possibile. Come ho avuto modo di dire più volte in questi mesi, titolo o no, io resto convinta che Carrara sia comunque, e da sempre, una delle capitali italiane dell’arte e della cultura e per questo il suo rilancio non può che partire da qui”.
La candidatura a capitale dell’arte contemporanea è stata oggetto di un’interrogazione del consigliere comunale Simone Caffaz. “Non possiamo esimerci dall’evidenziare che il progetto è stato esternalizzato e affidato a una società specializzata – scrive Caffaz –, prassi sempre più consolidata dall’attuale amministrazione specialmente nel settore cultura. In quest’ottica è necessario prendere atto innanzitutto degli alti costi (solo per la progettazione il Comune ha speso circa il 20% del premio. Il progetto è stato frettolosamente presentato già pronto in una commissione consiliare, circostanza che non corrisponde propriamente a una condivisione dello stesso con la città. L’auspicio è che tutto ciò possa essere chiarito, anche perché il ruolo che in questo progetto avrebbero taluni privati e l’interesse manifestato da alcune lobby della cultura, più o meno locali, necessiteranno di approfonditi chiarimenti, visto che in più sedi ci risulta essere stata esplicitamente citata un’azienda privata e un gruppo di artisti che lavorano con la stessa”.
Alessandra Poggi