Massa, 7 giugno 2015 - Carrefour rilancia. Prima ha fatto sapere ai delegati sindacali che a luglio e agosto l’ipermercato sarebbe rimasto aperto fino all’una; i negozi della galleria potevano, volendo, chiudere a mezzanotte. Poi pare abbia ottenuto l’adesione volontaria di un gruppo più o meno folto di dipendenti. Infine quattro giorni fa ha rivelato che resterà aperto, anche Massa, 24 ore su 24.
na non stop di due mesi, insomma. Intendiamoci: è tutto lecito, la legge lo consente. Ma ieri, alle 14, bastava fare due passi nella struttura commerciale per sentire mugugni, soprattutto alle casse. «Restare aperti alle 2 o alle 5 vuol dire lavorare con i nottambuli, con chi non dorme – commenta una cassiera – non so cosa incasseremo». E una collega chiedeva aiuto ai clienti: «Ditelo anche voi, alla direzione, che un conto è lavorare fino a mezzanotte, un conto è non chiudere mai. Aiutateci».
Dai clienti ottenevano reazioni contrastanti: i più tacevano, altri solidarizzavano. A propositodi sindacati, Francesco Vannucci, della segreteria provinciale Ugl, è scettico sulla non stop. «Tutto nasce dall’intesa firmata a gennaio da Cgil, Cisl, Uil che dava via libera all’uso dei lavoratori interinali e concedeva alla ditta Elpe di Torino, definitivamente, il servizio di caricamento – spiega il delegato sindacale –. Prima l’azienda ha detto che voleva tenere aperto fino all’una, poi quattro giorni fa ha detto che la galleria commerciale chiuderà all’una ma l’ipermercato sarà sempre aperto. Il personale sarà presente in maniera ridotta e proporzionale al flusso di clienti. La sicurezza interna sarà garantita da guardie giurate. Se non avesse trovato volontari avrebbe preso lavoratori interinali, ma pare ci siano una ventina di lavoratori pronti a venire di notte. Ora è inutile scioperare. Come Ugl prendiamo atto della nuova comunicazione. Ricordiamo al Carrefour che è prevista una visita per l’idoneità al lavoro notturno con controlli periodici. E chiediamo che il costo del lavoro aggiuntivo sia scorporato dal bilancio in caso di fallimento dell’esperimento. Per non trovarci a gennaio a parlare di spese aggiuntive».