Sei famiglie in “esubero”, con stipendio ridotto del 20 per cento e senza tredicesima. Ma, soprattutto, un piano industriale ad alto rischio per ‘Casa Ascoli’ se la sentenza del Consiglio di Stato attesa per il 12 settembre dovesse cancellare l’esito dell’appalto e assegnarlo alla cooperativa Compass come ha già sentenziato il Tar. Uno “spettro” sul futuro della società comunale che sottolinea Enzo Mastorci, segretario generale Cisl Funzione Pubblica, unendosi alle critiche della segreteria provinciale Cgil alla messa in mobilità dei 6 degli otto dipendenti decisa dal presidente del Cda Giancarlo Casotti. Nel mirino quel piano industriale che dovrebbe togliere ‘Casa Ascoli’ dai guai ma che, sottolinea Mastorci, la Cisl non ha mai condiviso. E ora, come la Cgil è pronta "ad attivare tutte le forme dimobilitazione possibili dallo stato di agitazione a presidi di protesta davanti alla struttura ed al Comune, anche la Cisl chiede la convocazione immediata di un tavolo, auspica anche un interessamento del Prefetto, ed è pronta ad attivare "ogni mezzo per tutelare lavoratrici, lavoratori e servizi".
"Altra capacità non è stata dimostrata – sottolinea Mastorci – se non puntare il dito verso personale sanitario e infermieristico che ha purtroppo maturato alcune inidoneità al lavoro proprio dentro quella struttura, dando l’anima per garantire i servizi alla popolazione fragile, come gli anziani, del comune di Massa. Le operatrici e gli operatori, dopo aver perso, parte della loro salute dentro quello struttura ricevono oggi il benservito dal presidente Casotti". Per il sindacato "non si è saputo ottimizzare una spesa, migliorare un servizio" ma solo "licenziare di fatto sei persone e sei famiglie". Se la ricollocazione dei lavoratori di Casa Ascoli in altre amministrazioni pubbliche, al momento non indicate, appare difficile, la loro mobilità farà risparmiare alla società comunale 200mila euro di fronte ad un indebitamento di circa 6 milioi, come rimarca anche la segretaria comunale del Pd Claudia Giuliani.
Ma la tegola sulla testa di ‘Casa Ascoli’ rischia di farla cadere la sentenza del Consiglio di Stato attesa per dicembre. "Se andasse nella direzione tracciata dal Tar della Toscana (come molto probabile visto che il Consiglio di Stato non aveva accolto la sospensiva ) rimetterebbe tutto in discussione facendo cadere le premesse dell’atto con cui il presidente mette in mobilità il personale" fa notare il segretario Cisl Mastorci. "Nel caso la Coop Compass sarebbe obbligata ad assumere il servizio con una aggravio di costi di circa 250.000 euro per anno il che farebbe saltare l’intervento della Regione Toscana che potrebbe a quel punto alienare la struttura". E l’eventuale alienazione cancellerebbe 80 posti letto per gli anziani massesi e "tutti i posti di lavoro, a vario titolo presenti nella Rsa Casa Ascoli (oltre 63 persone)". La Cisl sottolinea anche che, nel frattempo, la coop. La Salute ha già accumulato un forte credito con la struttura e non vorremmo rischiasse di arrivare ai limiti di guarda od oltre come è già successo per le Compass e Di Vittorio".
Parla di "gestione fallimentare" di Casa Ascoli la segretaria Pd Giuliani, di un’amministrazione comunale che non ha "agito in nessun modo per risolvere una situazione che da anni stava diventando insostenibile" e sostiene che "gli unici a pagare saranno solo i lavoratori e le lavoratrici". Chiede poi come "si copriranno le carenze dei 6 dipendenti e l’eventuale esternalizzazione quanto verrà a costare alla comunità?"