REDAZIONE MASSA CARRARA

Casa Ascoli, tensioni in Prefettura. Caccia al sostegno delle banche

Il sindaco Persiani: "Concordata la permuta". Ipotesi sul ricollocamento dei dipendenti in altri enti

Casa Ascoli, tensioni in Prefettura. Caccia al sostegno delle banche

L’incontro di ieri in Prefettura per fare il punto su Casa Ascoli coordinato dal prefetto Guido Aprea alla presenza tra gli altri del sindaco di Massa Francesco Persiani e del presidente della Provincia Gianni Lorenzetti foto Paola Nizza

Il “caso” di Casa Ascoli ieri mattina sul tavolo in Prefettura coordinato dal prefetto Guido Aprea intorno al quale si sono ritrovate tutte le parti interessate. Dal sindaco di Massa Francesco Persiani al presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, il presidente del consiglio di amministrazione di ‘Casa Ascoli’, Giancarlo Casotti, la responsabile della zona distretto delle Apuane dell’Asl Toscana nord ovest Monica Guglielmi, i responsabili delle cooperative Compass e Di Vittorio e i segretari delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Al centro diversi temi scottanti: dalla permuta degli immobili, alla ricerca del supporto da istituti di credito, ai lavori delle ’casette’ fino alla sentenza del Consiglio di Stato attesa per il 12 dicembre e al futuro dei sei dipendenti Ascoli messi in mobilità.

"Abbiamo evidenziato i passaggi fatti fino ad ora – ha commentato il sindaco Persiani –. Insieme alla Regione Toscana siamo arrivati a concordare la permuta degli immobili che si completerà nei primi mesi del 2025. Un obiettivo importante, che il prefetto ha paragonato ad un tassello di un mosaico. Per quanto riguarda il Comune appena le “Casine“ saranno pronte ci sarà un’altra possibilità di intervenire con dei contributi indicati nel Piano Industriale. Il bilancio di Casa Ascoli sta migliorando: fino a due anni fa perdeva 800mila euro, quest’anno siamo a meno 250mila euro. Il principale fattore su cui ci siamo concentrati è l’apporto degli istituti di credito, un punto sul quale stiamo lavorando che discende anche dal miglioramento delle condizioni di presentazione dal punto di vista economico e patrimoniale. Le cooperative dal canto loro hanno evidenziato che anche per loro le tempistiche si stanno restringendo e quindi ci siamo tutti presi l’impegno di arrivare ad inizio anno nuovo per avere delle indicazioni più certe".

Per i sei lavoratori di Casa Ascoli (un’infermiera e 5 Osa), il primo cittadino ha ribadito il percorso verso "una mobilità rivolta ad altri enti". Il presidente della Provincia Lorenzetti lo ha definito "un percorso in salita, le variabili sono molteplici compresa la sentenza del Consiglio di Stato del prossimo 12 dicembre. Intanto, però, facciamo un plauso alla Regione per l’iter sulla permuta e al Comune che ha fatto la sua parte".

La sentenza del Consiglio di Stato è il prossimo "scoglio", dunque, come lo definisce il presidente del consiglio di amministrazione di Casa Ascoli, Casotti. "Se vinceremo mi toglierò un sassolino dalla scarpa e potremo proseguire l’iter di permuta tra Regione, Asl, Comune e Casa Ascoli, sugli immobili padiglione Bechini e scuola infermieri che passerebbero all’Asl che darebbe in cambio la proprietà della Pelù e una somma di mezzo milione di euro. Un accordo che dovrebbe prevedere la sottoscrizione delle parti già la prossima settimana. La permuta poi avverrà nei primi mesi del 2025". Finito sotto accusa per le parole sui sei lavoratori di Casa Ascoli, Casotti ribatte: "Non ho mai detto che il mio personale è formato da fannulloni. Auspichiamo il loro ricollocamento adeguato alle loro capacità e prerogative e ci sarebbero enti che si stanno facendo avanti".

"Il Comune di Massa ha l’obbligo di prefigurare percorsi e soluzioni concrete. Purtroppo anche stamani invece ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento volto più a scaricare sugli altri le proprie responsabilità che a cercare di risolvere i problemi – accusa Nicola Del Vecchio, segretario generale Cgil Massa Carrara –. Avevamo capito che, con la permuta di immobili e il riconoscimento di ben 502mila euro da parte della Regione, si aprissero finalmente le strade per l’accesso al credito bancario, anche a fronte dello stralcio di parte dei crediti vantati dalle cooperative Compass e Di Vittorio. Invece abbiamo appreso che su quel versante non si è mosso nulla, e anzi adesso il problema sarebbero i 6 lavoratori di casa Ascoli ritenuti in esubero. Tutto ciò è inaccettabile. Il piano industriale di Casa Ascoli fa acqua da tutte le parti e il Comune farebbe bene invece a dedicare maggiore attenzione a questa vicenda magari affidandosi a persone competenti diversamente da quanto fatto finora, anche perché i debiti, mi risulta si stia parlando di quasi 6 milioni, ricadrebbero infatti interamente sul bilancio comunale".

Ilaria Vallerini