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La senatrice Liliana Segre
Carrara, 19 novembre 2019 - I Socialisti chiedono al consiglio comunale di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. La senatrice, sopravvissuta al nazismo, oggi sotto scorta per minacce, è il simbolo delle nefandezze di un periodo da non dimenticare. Queste le motivazioni dei socialisti: "Come partito abbiamo sempre contrastato ogni forma di odio, di persecuzione ed emarginazione per motivi di razza, religione o credo politico. Presenteremo in tutti i Comuni toscani dove siamo presenti con sindaci, assessori e consiglieri comunali la richiesta di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice vittima di violenza razzista e sopravvissuta alla disumana deportazione nei campi di concentramento nazisti".
Anche a Carrara la consigliera comunale socialista Giuseppina Andreazzoli ha presentato una mozione con la quale chiede al consiglio comunale "di deliberare il riconoscimento alla senatrice della cittadinanza onoraria della nostra città, decorata di medaglia d’oro al valore civile, invitando la senatrice in città in occasione della festa dei carraresi il 16 giugno o in occasione della celebrazione del 7 luglio". Questo uno stralcio della mozione: "La senatrice è costretta a vivere sotto scorta, e viene colpita non solo come parlamentare e per la sua storia personale, ma in quanto simbolo e testimone di errori terribili e innegabili commessi dal nazifascismo che oggi vuole riaffermare, con la violenza che lo caratterizza, quanto la storia ha condannato senza appello".
"Dopo la deportazione, la senatrice ha continuato ad approfondire le cause degli errori del passato attraverso un impegno pubblico continuo, sostenendo campagne per i diritti umani e partecipando a iniziative per debellare il razzismo e l’antisemitismo con un impegno ininterrotto per conservare intatta la memoria della tragedia della Shoah e fare sì che il valore dell’uomo e della vita prevalga su ottuse negazioni e rigurgiti fascisti e che la scelta etica di riconoscere gli errori sia l’unico strumento per cogliere i pericoli che corre la nostra società".