Basta con gli scontri ideologici, serve una politica che pensi al futuro. Così il segretario della Cgil Nicola Del Vecchio interviene sulla questione del porto di Marina, principale indagato per il disastro della nave incagliata nonché al centro di gravi ritardi su progetti attesi per il rilancio.
"Il dibattito sulla compatibilità tra economia turistica e manifatturiera si è riacceso con tutte le sue contraddizioni – spiega Del Vecchio –. Il nostro territorio ha già subito molte ferite, dall’inquinamento della zona industriale, della falda e della costa a causa dell’industria chimica". Pertanto Del Vecchio suggerisce "un cambio di passo per nuovi equilibri che rendano compatibili l’economia manifatturiera con quella turistica, che non possono essere messe in contrapposizione ma devono convivere con una rinnovata attenzione alla salute e sicurezza e alla tutela dell’ambiente e del paesaggio. La Guang Rong non ha nulla a che vedere con il ruolo che ha il porto. Lo scalo rappresenta un’opera indispensabile per tutto il territorio, perché ha consentito investimenti produttivi fondamentali per la nostra economia. Siamo davanti a prese di posizione contrastanti, tra chi è a favore del piano regolatore portuale, che risale al 1981, e chi invece è contrario. Avevamo appreso dalla commissaria Federica Montaresi che l’iter di approvazione avrebbe dovuto concludersi entro la fine del 2024, ma a oggi ci risulta che non sia ancora stata prodotta tutta la documentazione al Consiglio Superiore dei lavori pubblici. Non sappiamo se questo ritardo sia figlio di ulteriori approfondimenti di natura tecnica o derivi da altro. Siamo convinti che senza l’approvazione del piano regolatore si condannerebbe il porto e l’intera zona industriale, ad una lenta regressione economica. Approvare il piano regolatore significa dare una prospettiva di sviluppo e occupazione che dovrà andare di pari passo con la sostenibilità ambientale e l’attenzione all’erosione. Bene quindi tutti gli approfondimenti e gli studi che possano dipanare qualsiasi dubbio. E’ indispensabile l’impegno al ripascimento delle aree che potranno vedere acuito il rischio erosivo, attribuire però al porto tutte le responsabilità del fenomeno, addirittura chiedendo all’ Autorità di sistema 47 milioni di risarcimento, come fatto dall’amministrazione di Massa, rischia di produrre scontri ideologici. L’approvazione del Piano però deve andare di pari passo con l’attenzione alla governance dell’Autorità di sistema, visto che nelle prossime settimane dovranno essere nominati il presidente e il segretario generale. Il rischio è che a causa delle divisioni la provincia possa trovarsi in una condizione di subalternità pericolosa. Il nuovo piano regolatore necessiterà di ingenti investimenti a partire dal travel lift, che permetterà l’insediamento in area industriale di realtà produttive ad alto valore aggiunto nella nautica, visto che finalmente si avrà un accesso al mare per gli scafi come richiesto da anni. Allo stesso tempo occorre stringere una nuova alleanza tra porto ed industria, basata sui presupposti logistici ed ambientali, per l’attrazione di nuovi investimenti e insediamenti esattamente come avvenuto per Baker&Hughes.