"La sindaca Arrighi dica se l’azienda sanitaria vuole declassare il reparto di chirurgia endoscopica dell’unico ospedale rimasto funzionante, cioè il Noa". L’appello è lanciato dal consigliere d’opposizione Massimiliano Bernardi sul tema dell’unità declassata da struttura complessa di chirurgia generale endoscopica a struttura semplice. "Da Carrara passerà sotto Livorno – spiega Bernardi - e penalizzerebbe ulteriormente il nostro territorio già anche troppo deprivato. Dalla prima cittadina devono arrivare risposte su questioni concrete e urgenti che riguardano la salute pubblica. Da anni quando si parla di riorganizzazione ospedaliera nell’ottica di un’area vasta com’è quella dell’Asl Nord Ovest, è sempre un fatto negativo. L’idea della politica sanitaria dell’assessore Simone Bezzini del Pd è quella di accorpare sempre più servizi nei due principali poli sanitari che sono Pisa e Livorno e lasciare Massa-Carrara all’asciutto. Ai vertici del Pd che gestiscono politicamente e tecnicamente la sanità locale è chiaro che non freghi niente di favorire la popolazione di una zona di confine come la nostra".
"Peraltro i programmi della nostra sanità sono già ben delineati – prosegue - e non verranno assolutamente scardinati da una qualsivoglia manifestazione di dissenso, come per esempio per il Monoblocco che sarà inesorabilmente demolito. Il nostro sindaco si è al almeno informato se corrisponde al vero che anche per gli altri due posti di primario vacanti, non è stato ancora pubblicato nessun bando? E soprattutto se sia vero che la delibera per il declassamento di chirurgia endoscopica potrebbe essere già stata approvata ad agosto".
Il consigliere ricorda inoltre il reparto di Iginio Dell’Amico, punto di riferimento per l’intera area vasta per la chirurgia endoscopica. "Già negli ultimi mesi aveva subito una riduzione da sette a cinque medici – sottolinea Bernardi - e si prevede finisca sotto l’accorpamento con Livorno. Da noi invece ospedali chiusi, trasferimenti, accorpamenti e razionalizzazioni che rendono la sanità pubblica sempre meno appetibile e funzionale, inducendo chi può a rivolgersi sempre più spesso alle strutture private".