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Paolo Bedini è stato confermato alla presidenza di Cna Massa Carrara. Bedini (nella foto) dovrà guidare e gestire il processo di fusione con la vicina Cna Lucca per conto di Massa Carrara. Un percorso nuovo e innovativo su cui l’associazione degli artigiani punta con convinzione in una logica di Area vasta dell’artigianato e delle piccole medie imprese che mira a ritagliarsi un ruolo nel panorama toscano. La conferma di Bedini da parte dell’assemblea provinciale di Cna, che si è riunita all’aperto al Bagno Marisella, a Marina di Massa, è un grande atto di stima nei confronti del ruolo, dell’imprenditore e dell’uomo.
Le presidenze territoriali sono state affidate rispettivamente a Enrico Mallegni (presidente Massa Montignoso) e Roberto Galassi (presidente Lunigiana). Coordinata dal direttore Paolo Ciotti, l’assemblea, a cui ha partecipato il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, ha rinnovato tutti gli organi direttivi e le presidenze delle diverse rappresentanze dei mestieri. In apertura l’assemblea ha ricordato il collega e amico Riccardo Furia, stroncato dal Covid.
Al centro dell’intervento di Ciotti, e successivamente di Bedini, il complicato periodo della pandemia che ha visto Cna “schierata” a favore della chiusura durante il primo lockdown per mantenere in vita le imprese e impegnata per rifornire e distribuire materiali sanitari e dispositivi di protezione a strutture sanitarie e imprese che potevano lavorare. "Grazie al ruolo dei nostri dirigenti e dei nostri dipendenti – ha ricordato Ciotti – la nostra associazione è sempre stata razionale e si è prodigata ad aiutare e a rifornire gli ospedali e diverse strutture del materiale necessario, riuscendo anche a far sdoganare i dispositivi di protezione individuale investendo nella sola prima fase oltre 30mila euro. Non abbiamo mai chiuso, non abbiamo mai abbandonato le imprese nella difficile interpretazione dei decreti che si sono avvicendati. Siamo stati un esempio ed un punto di riferimento".
La fusione è, per Cna Massa Carrara e per Cna Lucca, un percorso necessario dove "entrambi i territori avranno, infatti, la possibilità di provare a crescere complessivamente al di fuori dei propri confini naturali, cogliendo sostanzialmente l’opportunità di non essere più il fanalino di coda del nostro sistema quanto piuttosto qualcosa di nuovo e innovativo", ha precisato il presidente Bedini.
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