Torano (Massa Carrara), 14 giugno 2018 - «Ero salita da lui dopo una serata passata insieme, volevamo conoscerci meglio e bere qualcosa. Era un tipo divertente. All’improvviso ha chiuso la porta a chiave e ha iniziato a insultarmi, mi ha sputato. Ho reagito cercando di allontanarlo, l’ho scongiurato di non farmi del male. Non mi ha ascoltata. Era estate, avevo un vestito blu». «Mi chiese un’informazione, voleva sapere dove fossero i box, glieli indicai, ma lui insisteva dicendo che era straniero e non capiva. Nel corridoio buio che separa i box mi ha violentata, avevo dei jeans e una maglietta blu».
Parole come macigni per memorie indelebili. Sono diventati racconti questi ricordi che si potranno toccare con mano a Torano in una mostra da pugno nello stomaco: una serie di riproduzioni degli abiti indossati dalle donne nel momento degli stupri e delle violenze subite da parte di mariti, amanti, fidanzati, sconosciuti. Stuprate, violentate, abusate. E una costante della cronaca è il teorema della difesa: erano consenzienti, ci stavano. Ma perché non esistono notizie di donne che violentano uomini?
Arriva per la prima volta in Toscana questa mostra itinerante dal titolo Come eri vestita? (What Were You Wearing?), la solita domanda assurda e offensiva rivolta alle donne vittime di violenza. Promossa dall’Università del Kansas da un progetto di Jen Brockman e Mary Wyandt-Hiebert è stata esposta per la prima volta all’Università dell’Arkansas nel 2013 e portata in Italia dall’associazione Libere Sinergie.
Il borgo di Torano che si affaccia sulle cave di marmo di Carrara diventa simbolo della lotta al femminicidio e alla violenza di genere ma anche dell’arte contemporanea attraverso la rassegna Torano Notte e Giorno.
Ed è qui che porterà in strada le riproduzioni esatte di quello che indossavano in quei momenti le vittime di abusi e violenze. Una mostra dai contenuti forti e immediati dove l’intelligenza delle donne ha potuto partecipare per continuare a sensibilizzare la comunità e dire no ancora una volta. Una mostra che si celebra con RispettiAMOci, progetto di Emma Castì, direttore artistico della rassegna in programma da domani alle 9.30. E’ previsto anche un ciclo di convegni su femminidicio, stereotipi, bullismo, disequilibrio, prospettiva e pari opportunità a cui parteciperanno testimoni, docenti e rappresentanti delle istituzioni.
All’inizio c’è stata la celebre scalinata di scarpette rosse, poi l’installazione dei papaveri rossi, dei cuori rossi, dei panni rossi stesi tra i fili delle case e la croce rosa: Torano continua a voler tenere alta l’attenzione sulla violenza di genere. Quattro saranno i momenti di confronto e approfondimento: la presentazione domani alle 11 in piazza della Chiesa a Torano, col consigliere regionale Giacomo Bugliani e la presidente della commissione Pari opportunità della Regione Toscana, Rosanna Pugnalini. Perché è doveroso che le donne abbiano la loro porzione di speranza. Per troppi anni abbiamo permesso alle differenze di vincere sulle affinità.