Massa, 8 luglio 2024 – Ieri, come ogni prima domenica di luglio da trentuno anni a questa parte, tutti sull’attenti nella piazza che la città di Massa ha intitolato al valoroso caduto Stefano Paolicchi, l'eroe massese insignito con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria. A onorare il sergente maggiore incursore paracadutista, che il 2 luglio 1993 a Mogadiscio, prima di cadere a terra e non rialzarsi più, ferito dai colpi dell’imboscata tesa dai miliziani somali, continuò a combattere per liberare gli altri militari italiani accerchiati, c'erano i rappresentanti di Provincia e Comune, quelli militari e delle associazioni combattentistiche e d’arma.
In prima fila la sezione massese dell'Associazione nazionale paracadutisti d'Italia “Quota 33”, con il presidente Mario Lorieri e numerosi ex ufficiali, sottufficiali e baschi amaranto. Alla celebrazione della messa alla parrocchia di san Giuseppe e san Vincenzo di Marina di Massa, è seguita la deposizione di una corona di fiori al cippo dedicato a Paolicchi, nell'omonima piazza a lato di via Pisa. Oltre ai familiari del defunto tra cui la sorella Nicoletta Paolicchi, che martedì 2 luglio ha promosso un ritrovo spontaneo degli amici di Stefano nella piazza a lui dedicata, per ascoltare il brano musicale “Il silenzio”, fuori ordinanza, «quale momento – ha detto lei stessa – per dedicare un pensiero affettuoso a mio fratello».
Dagli amici più cari agli ex commilitoni, passando per i rappresentanti nazionali dell'Anpd'I, della Brigata paracadutisti Folgore e del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti “Col. Moschin”, il ricordo di Stefano Paolicchi, «resta quello di un giovane servitore della patria in missione di pace – viene ricordato ogni anno – che nel tentativo di aiutare le popolazioni bisognose, non ha più fatto ritorno a casa». Tra i ricordi, i pensieri e le parole spesi in omaggio di Paolicchi, non è mancato l'intervento del sindaco di Massa, che anche in occasione delle commemorazioni passate ha sempre elogiato la persona, il militare e il paracadutista. «Il sacrificio del sergente maggiore dei paracadutisti resterà per sempre nella memoria della nostra comunità, come esempio di coraggio e dedizione – ha sottolineato Francesco Persiani – e continuare a onorare la sua memoria è un dovere e un privilegio per tutti noi». Stefano Guidoni