CRISTINA LORENZI
Cronaca

Con-Vivere con il ’Cambiamento’: "Non c’è più fede nel progresso"

Mauro Ceruti presenta la 19ª rassegna che vedrà ospiti Leo Gassman, Drusilla Foer e i Modena City Ramblers

Con-Vivere con il ’Cambiamento’: "Non c’è più fede nel progresso"

A sinistra, il curatore del Festival, Mauro Ceruti; a destra, Drusilla Foer

Quattro giorni dedicati al pensiero. Torna a Carrara il Festival della filosofia Con-Vivere, voluto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Carrara, che da domani a domenica declinerà con incontri, spettacoli, conferenze, menù tipici e dibattiti il tema del ’Cambiamento’. Curatore di questa XIX edizione sarà il filosofo della scienza Mauro Ceruti, il quale ha affidato a illustri colleghi il compito di narrare come il cambiamento influisca sull’uomo e la capacità dell’essere umano di affrontare le novità. Così si parlerà della nuova rivoluzione tecnologica da vari punti di vista.

Se ne parlerà, per fare qualche esempio, con Laura Boella e Luigino Bruni che prospettano il paradigma vegetale da sostituire a quello animale, con Antonello Pasini che affronterà il clima, con Luisella Battaglia che parlerà di etica planetaria, con Ugo Boggi che farà conoscere la robotica nella medicina e nella chirurgia, con Chiara Saraceno che affronterà i cambiamenti nelle istituzioni sociali come la famiglia. Quattro giorni dedicati al pensiero che richiameranno un vasto pubblico nel centro storico che in questi giorni indosserà il suo vestito migliore con tutti i suoi ristoranti, i suoi palazzi e i suoi musei aperti.

Mauro Ceruti, professore emerito di Filosofia della scienza e direttore del Centro di ricerca sui sistemi complessi all’Università di Milano, ha voluto porre l’accento sulla complessità del cambiamento e su come dal passato a oggi l’uomo abbia avuto un atteggiamento diverso davanti al progresso. La sua conferenza aprirà il Festival voluto dalla Fondazione CrC giovedì alle 17, dopo la cerimonia inaugurale, nel sagrato della chiesa del Suffragio.

"Se nell’Ottocento c’era una grande fede nei cambiamenti e una sorta di entusiasmo generale sul futuro, dopo le due guerre l’uomo dimostra una sorta di inquietudine di fronte ciò che lo aspetta".

Cosa è successo nel frattempo?

"Totalitarismi liberticidi, genocidio ebraico, bomba atomica hanno fatto preludere a una nuova barbarie. La fede nel progresso si è incrinata, come se le promesse della scienza e della tecnica che erano state celebrate ingenuamente dal tardo illuminismo e dal positivismo fossero diventate minacce".

Quindi la scienza non basta per guidarci verso il futuro?

"Le crisi globali, la pandemia, la crisi ecologica, il clima, la sanità le migrazioni, la pace, ci rivelano la nostra incapacità nell’affrontarle. La scienza non ci ha dotato di quei poteri che emergono invece nei laboratori".

Una soluzione?

"C’è la necessità di creare un nuovo umanesimo, globale e planetario per affrontare il cambiamento che è complesso. Serve una rete fra i popoli, dove l’Occidente non si erga a portatore di verità. Serve che l’uomo da protagonista e sovrano diventi curatore del pianeta. Cominci a pensare di avere una forte responsabilità globale. La possibilità di auto-annientamento ha generato un destino comune per tutti i popoli, legati dagli stessi problemi di vita e di morte. È nata una comunità di destino planetaria".

Ogni sera anche uno spettacolo che seguirà il fil rouge del festival. Così domani alle 21,30 in piazza XXVII aprile sarà la volta del concerto di Leo Gassman, venerdì invece lo show di Drusilla Foer, che del cambiamento ha fatto uno stile di vita, e sabato Arturo Brachetti (alle 21,45).

Gli spettacoli si concludono domenica con i Modena City Ramblers.