Carrara, 4 maggio 2023 - Sono 254 le aziende del marmo che non hanno presentato domanda per rinnovare le concessioni di escavazione. Lo scorso 30 aprile scadeva il termine ultimo per presentare domanda per il rinnovo delle concessioni previsto per il prossimo 30 ottobre. A quella data le cave per cuinon è stato chiesto il rinnovo della concessione andranno a gara. Lo prevede il regolamento degli agri marmiferi del Comune che all’articolo 22 comporta la decadenza da ogni diritto sulla e alla concessione sugli agri marmiferidal prossimo ottobre per chi non avesse presentato domanda di rinnovo entro la fine di aprile. Così il Comune ha dato comunicazione di pubblicazione dell’avvio del procedimento in base alla Legge Regionale Toscana numero 35 del 2015, del Regolamento per la concessione vigente e della Sentenza del Tar del 2022 che previde una proroga su istanza delle aziende. Entro lo scorso 30 aprile dovevano quindi essere presentate dai detentori di diritti sugli agri marmiferi le domande per il rilascio della proroga della concessione in assenza di procedura di gara a evidenza pubblica. Dagli accertamenti effettuati dal Comune risultano non presentate, entro la data di scadenza, domande di rilascio di concessione senza procedura di gara da parte di 254 soggetti. I soggetti che non hanno presentato domanda, pertanto, incorrono nella decadenza da ogni diritto sulla concessione sugli agri marmiferi comunali.
Il Comune pertanto rende noto che l’avvio del procedimento per la decadenza da ogni diritto sulla concessione su agri marmiferi comunali, è pubblicato all’albo pretorio comunale e che i soggetti destinatari del procedimento sono indicati in un apposito elenco.
L’avvio del procedimento è consultabile anche sul sito del Comune. Gli interessati possono presentare controdeduzioni, memorie scritte o documenti, entro il 22 maggio per potere recupare la concessione all’escavazione.
Una questione che sembrerebbe preludere la paralisi del marmo, ma che in realtà riguarda soltanto piccoli concessionari di piccole porzioni di agro marmifero che hanno rinunciato al rinnocvo trattandosi di una porzione contratta. Si tratta di porzioni che saranno poi coltivate da chi detiene – spiegano da palazzo civico – la parte preponderante della cava.