
Il regolamento degli agri marmiferi di nuovo al centro di un contenzioso fra Coune e aziende che ricorrono contro l’obbligo della filiera corta
Non si ferma la guerra a carte bollate tra gli industriali del marmo e il Comune di Carrara. Nel mirino il nuovo regolamento per la concessione degli agri marmiferi, il nuovo tariffario e la lavorazione in loco di almeno il cinquanta per cento del materiale estratto. Dopo la recente ondata di ricorsi, in questi giorni se ne sono aggiunti altri. Stavolta gli industriali si appellano al Presidente della Repubblica, con un ricorso contro l’annullamento della determina del consiglio comunale sul ‘Regolamento sulla tracciabilità dei materiali lapidei estratti e sui criteri e la lavorazione’.
A chiedere l’intervento del presidente Sergio Mattarella sono un gruppo di aziende con capofila la Apuan Marble Srl, azienda con sede in via Piave che nel 2023 ha fatturato 2milioni e 743mila euro, come riportato nei dati sul sito dell’Ufficio camerale. Per questo la giunta comunale su proposta della sindaca Serena Arrighi ha ritenuto necessario difendersi assumendo un legale esterno, e anche in questo caso è stata individuata la figura dell’avvocato Domenico Iaria. Con questo appello le società ricorrenti, concessionarie di agri marmiferi e proprietari di beni estimati nel Comune di Carrara, chiedono la riforma della sentenza del 12 aprile 2022. Vale a dire quella con la quale il Tribunale amministrativo regionale della Toscana aveva respinto il loro ricorso proposto per l’annullamento delle deliberazioni e degli atti del Comune di Carrara con i quali sono stati determinati gli importi del contributo di estrazione per gli anni 2016 e 2017. Il Tar aveva respinto il ricorso ritenendolo "in parte infondato e in parte inammissibile per difetto di giurisdizione".