Massa, 22 dicembre 2024 – Un gesto di civiltà ed educazione, di rispetto per la città e la ‘res publica’ può costare caro. E’ quello che è successo a Dario Buffa: poco più di un anno fa era stato infatti denunciato alla Questura. Anche allora mancavano poche ore a Natale. Il reato contestato? Aver cancellato con una bomboletta spray alcune svastiche che erano state disegnate al mercato coperto. Le aveva ‘mimetizzate’ con delle grandi ‘X’ sopra. Paradossi della burocrazia: per farlo, bisogna essere autorizzati. Altrimenti eliminare una svastica sul muro è considerato un vandalismo, proprio come imprimere le svastiche sulle stesse mura. Buffa, vandalo ‘cancellatore’ di svastiche, intervenuto a viso scoperto, era stato riconosciuto, denunciato e ora pure condannato.
A un anno di distanza, giovedì mattina ha ricevuto la notifica a casa di una condanna a 4 mesi di reclusione o al pagamento di 1.800 euro. “Condannano chi cancella svastiche, sgomberano chi fa cultura e socialità fuori dalle logica del capitalismo come alla Casa Rossa, aumentano di 3 euro le pensioni minime mentre per i loro amici che siedono in poltrona al parlamento prevedono aumenti di 7.000 euro. Si apprestano ad approvare il DDL 1660 con cui di fatto cercheranno di criminalizzare chiunque alzi la voce in questo paese per fare valere i propri diritti. Di fronte a tutto questo tocca compattarci, rimanere uniti e rispondere colpo su colpo. Con la solidarietà e la lotta” il commento a caldo del collettivo Casa Rossa Occupata, pronti a scendere in piazza per denunciare quanto accaduto.
“Già un anno fa avevamo dichiarato che per noi cancellare una svastica non deve essere considerato reato, ma un atto eticamente, socialmente e politicamente giusto. Reprimere e condannare chi difende i valori antifascisti e antinazisti è vergognoso – continuano –. Ma ancora più grave è l’equiparazione, e quindi la condanna alla stessa pena, tra chi quelle svastiche le aveva disegnate, inneggiando al capitolo più buio della storia del ‘900, e chi ripudiando il nazifascismo così come sancito dalla nostra costituzione, le ha cancellate Nella provincia di Massa Carrara abbiamo appena assistito allo sgombero coatto della Casa Rossa Occupata, un esperienza di autogestione che da 12 anni si è proposto come luogo di socialità e aggregazione sottratto all’incuria e all’abbandono. Nuovamente murato e abbandonato, con una operazione che ha coinvolto un centinaio di operatori tra forze dell’ordine e personale Anas, mezzi e materiali per decine di migliaia di euro. Uno sperpero di risorse pubbliche inutile e inaccettabile. Viviamo nell’epoca del Ddl 1660, e questi sono chiari segnali della repressione con cui il governo colpisce il dissenso. Esprimiamo quindi complicità assoluta con chi per le strade difende e promuove la storia della nostra gente, tramanda la tradizione e la memoria antifascista apuana. Con chi ci mette la faccia e resiste a una deriva autoritaria e repressiva”.
La Casa Rossa lancerà un crowdfunding per aiutare Dario “a pagare le spese processuali, a rifiutare il decreto penale e a difendersi legalmente contro questo infame attacco giudiziario. Sulle pagine social della Casa Rossa trovate un iban per aiutarlo a pagare il ricorso” concludono, promuovendo una manifestazione di protesta il 28 dicembre: “Una street parade che faccia fischiare le orecchie”.