"Continuità di cura non garantita E’ urgente riaprire il confronto"

Bernieri, Spi Cgil, chiede un incontro con l’azienda sanitaria alla luce di tagli e disservizi lamentati "Fasce deboli isolate dall’accesso alle prestazioni, la soppressione della guardia medica è l’ultima goccia"

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"La continuità assistenziale di fatto non è garantita, in particolar modo per le fasce più deboli, ovvero gli anziani. Per loro è un viaggio infernale, quando si tratta di effettuare operazioni all’apparenza semplici come la prenotazione di un esame, l’accesso a una prestazione, il cambio e la scelta del medico. In più c’è la recente soppressione a Massa della guardia medica e la sua riduzione in altre realtà della provincia. I cittadini stanno vivendo una situazione di gravissima difficoltà". Patrizia Bernieri, segretaria generale Spi Cgil di Massa Carrara chiede un incontro urgente con l’azienda sanitaria per affrontare la questione della continuità assistenziale.

"Al problema della guardia medica si aggiungono la mancanza dei medici di famiglia, il ritardo nella realizzazione dei servizi territoriali con l’aggravio delle lunghe liste di attesa per esami diagnostici e visite specialistiche – aggiunge – Siamo in un periodo di emergenza con l’influenza di stagione e la recrudescenza del Covid: è urgente riprendere il discorso con Asl. Esiste già un protocollo regionale firmato dalle sigle in modo unitario dove è presente l’elenco delle criticità e si punta alla riorganizzazione del sistema sanitario – focus su servizi territoriali. case di comunità, ospedale di comunità, servizi domiciliari – con tempistiche da rispettare. La soppressione della guardia medica ha accelerato l’urgenza di tale confronto". Lo Spi Cgil ha il polso della situazione, forte dei suoi circa 7mila contatti sul territorio: "Ci troviamo a fare operazioni di assistenza sociale, siamo di supporto ad anziani e persone sole che non sono in grado di effettuare operazioni in autonomia. Per capire, di recente un medico ha aperto le prenotazioni per le adesioni alle 7 e alle 11 erano giù esauriti i posti disponibili. In più ci si mettono le innovazioni tecnologiche che tagliano fuori molti". I cittadini in caso di richiesta di assistenza devono affrontare lunghe attese per un contatto telefonico che spesso non riescono neanche a stabilire, in molti sono privi del medico di famiglia e per ottenerlo devono fare estenuanti file al cup. "In più – chiude la Bernieri – la carenza di questi servizi comporta di conseguenza un accesso improprio al pronto soccorso, dove la grave carenza di medici comporta spesso una via crucis e un grosso disagio per gli operatori. Pretendiamo dall’azienda sanitaria una tempestiva soluzione Ci sono state prese di posizione da partiti come Fratelli d ‘Italia e sindaci del centrodestra che, se ne apprezziamo la portata volta alla salvaguardia della salute garantita dalla sanità pubblica, ci sembrano però incoerenti col loro agire sul piano nazionale, regionale e locale. Sono esponenti di partiti che hanno fatto e votato una manovra finanziaria che riduce le risorse a favore della sanità pubblica rendendo complicato per le regioni garantire servizi sanitari adeguati, compresa la continuità assistenziale".

Irene Carlotta Cicora