Guido Baccicalupi
Cronaca

Crac ErreErre, il tribunale revoca incarichi a tre commercialisti indagati per bancarotta fraudolenta

Tolte le nomine di curatore fallimentare, custodi giudiziari e delegati alle vendite a Giorgio Dell'Amico, Marco Luigi Zoppi e Cesare Carmassi

I carabinieri mettono i sigilli di sequestro all'impianto della ErreErre

 Carrara, 11 marzo 2015 - IL TRIBUNALE ha revocato gli incarichi di curatore fallimentare, custodi giudiziari e delegati alle vendite ai tre commercialisti Giorgio Dell’Amico, 52 anni, amministratore unico della Progetto Carrara, Marco Luigi Zoppi, 53 anni e Cesare Carmassi, 53 anni, indagati dalla procura nell’ambito dell’inchiesta sul crac della ErreErre, la società mista (Cermec-Delca) che doveva realizzare l’impianto di trattamento dei rifiuti per trasformarli in combustibile e fallita nel luglio del 2011 sotto una montagna di debiti, oltre 20 milioni. I tre commercialisti ricoprivano la carica di revisori dei conti della ErreErre e la procura gli contesta, al pari degli altri otto indagati (Domenico Del Carlo, Luciano Bertoneri, 62 anni, Roberto Vaira, 58 anni, Gianluca Musetti, 48 anni, Fausto Giannoni, 53 anni, Alessandro Nicodemi, 59 anni, Augusto Cardinotti, ex cda ErreErre e l’altro ex amministratore Roberto Borghini, 68 anni), i reati di bancarotta fraudolenta con l’aggravante di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità e false comunicazioni sociali. «Gli indagati non hanno svolto il ruolo proprio del collegio sindacale, sostanzialmente inesistente, in assenza di un libro verbali a sedute, con verbali non firmati e con numerose cancellature»: così sostiene il pm Soffio. Per la procura tutti quanti gli indagati hanno «distratto (rivestendo Domenico Del Carlo contemporaneamente la carica di amministratore unico della Delca, società aggiudicataria dell’appalto finalizzato alla realizzazione di un impianto di produzione cdr) la somma di 1.847.018 euro, derivante dalle fatture effettivamente pagate emesse da terzi a carico di ErreErre in relazione a prestazioni che avrebbero dovuto essere integralmente erogate e sostenute economicamente da Delca sulla base del contratto chiavi in mano»; inoltre esponevano passività inesistenti, fatture passive annotate in contabilità per 2.665.584 euro; e ancora la procura: «distraevano 306.403 euro mediante pagamento a Delca di un credito, parte del maggiore pari a complessivi 1.221.501 euro derivante da fatture emesse da Delca nei confronti di ErreErre, credito ceduto da Delca a Ifitalia e regolarmente comunicato e accettato da ErreErre: nelle scritture contabili la cessione non veniva mai rilevata contabilmente; distraevano l’importo di 490.000 euro col pagamento a Delca di un credito, parte del maggiore di complessivi 1.072.000 euro, per una cauzione apparentemente versata da Delca, credito poi ceduto da Delca in favore di una società; distrevano infine l’importo pari al 10% dell’importo contrattuale di 1.072.000 da versare quale cauzione da rilasciare mediante garanzia fideiussoria mai rinvenuta nell’attivo fallimentare».