di Alfredo Marchetti
Avevano utilizzato anche il fratellino di 14 anni per portare la droga al 17enne. Una storia che racconta un disagio serpeggiante, una vicenda che rivela un vissuto decisamente sofferente. Un figlio che è imprigionato dalla droga e che non riesce a uscirne. Una madre che cerca in tutte le maniere di aiutarlo, anche nel peggiore dei modi, ovvero acquistando lo stupefacente per lui per evitare che si metta nei guai. I carabinieri di Massa hanno arrestato la donna, una 41enne residente in città e il suo convivente, anche lui massese, con l’accusa di aver acquistato cocaina al giovane minorenne. I due sono stati reclusi nel carcere di Pisa e Massa. Ieri mattina, davanti al giudice delle indagini preliminari Marta Baldasseroni, c’è stato l’interrogatorio di garanzia per i due: si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Altre misure cautelari, 6 in totale, hanno raggiunto tre extracomunitari tra i 25 e 55 anni, che adesso hanno il divieto di dimora nella provincia e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Hanno invece l’obbligo di dimora due italiani di 44 e 53 anni e l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria e un 33enne massese (uno di loro ha ammesso davanti al gip le accuse), anche lui con la misura cautelare di presentarsi alla polizia giudiziaria. I sei sono accusati di spaccio di sostanza stupefacente. Secondo l’ipotesi degli investigatori, la coppia, con precedenti penali, si sarebbe appoggiata agli indagati per approvvigionarsi della droga acquistata dagli spacciatori marocchini.
Addirittura, per non destare sospetti nel nonno materno (i minori erano stati assegnati al parente dal tribunale di Genova), la coppia era arrivata a consegnare la droga al fratellino di 14 anni, affinché portasse dosi di crack e cocaina al minorenne, che aveva iniziato a dare segni di assuefazione, anche ’cuocendo’ la droga. I due minori sono stati immediatamente allontanati dalla coppia: ora sono ospiti di due distinte case di accoglienza.
I militari guidati dal maggiore Alessandro Manneschi si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche e pedinamenti che sono andati avanti un anno. A inizio settimana è scattato il blitz che ha visto coinvolti circa trenta uomini dell’Arma, impegnati a spezzare questa catena perversa che ha visto vittima un 17enne.