EMANUELA ROSI
EMANUELA ROSI
Cronaca

Crollo del ponte: inquietante filo rosso con Genova e Savona. I rattoppi? Serviti a niente

Albiano Magra, gli appelli inascoltati e i messaggi di Anas: "E' tutto a posto". Poi il dramma. Solo il coronavirus ha evitato una carneficina

Il ponte di Albiano Magra crollato (Frascatore)

Aulla (Massa Carrara), 8 aprile 2020 - «...Il viadotto Albiano in questione (già attenzionato e sorvegliato da personale Anas) non presenta al momento criticità tali da compromettere la sua funzionalità statica: sulla base di ciò non sono giustificati provvedimenti emergenziali per il viadotto stesso». LEGGI LO SPECIALE SUL CROLLO DEL PONTE

Firmato, lo scorso agosto, dal responsabile Area Compartimentale. Pochi mesi dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di ex funzionari e dirigenti di Anas e Ministero delle Infrastrutture, insieme a quelli Autostrade per l’Italia e Spea, nell’inchiesta per il crollo del Ponte Morandi a Genova che il 14 agosto di due anni fa uccise 43 persone. I controlli, non fatti, insufficienti o ignorati, il tema dell’inchiesta.

Beh, direte, ne è passata acqua sotto a quel ponte di Albiano in otto mesi. Anche sopra. E oltre all’acqua ci sono passati migliaia di camion, Tir, auto, moto, in otto mesi sopra quel ponte “ballerino”, che sembrava d’essere sulle montagne russe, che rombava ogni volta come se ci fosse un terremoto in corso. Ma certo.

Infatti i cittadini, che ingegneri non sono ma hanno occhi e paure che nessuno ha più l’autorevolezza di alleggerire, avevano visto le crepe a novembre. Le avevano segnalate, ovviamente. Ma, state tranquilli, aveva continuato a dire Anas. Il 4 novembre, alle 18,46, tranquillizzava una cittadina che i suoi timori li aveva postati sulla pagina Facebook dell’azienda, perchè anche Anas ha un’immagine virtuale, come farne a meno.

 «Gentile Maria Teresa, nel sanare la “crepa” segnalata #Anas ha provveduto con conglomerato a freddo per ripristinare il piano viabile a seguito delle piogge di questi ultimi giorni. Nella giornata di ieri Anas ha provveduto ad eseguire ispezione del ponte di Albiano Magra non riscontrando anomalie e difetti tali da intraprendere provvedimenti emergenziali. Il ponte di Albiano Magra è costantemente attenzionato dai nostri tecnici della struttura territoriale #Anas Toscana». Firmato, con tanto di «Cordiali saluti» dal web team.

Un team tempestivo nell’invitare all’ascolto di “Viaggiare Informati” sulle limitazioni al traffico per emergenza #Coronavirus ma in ritardo di ore nell’avvertire del crollo di quel ponte ultracentenario che ‘cuciva’ gli avamposti della Lunigiana, un pezzo di Toscana in terra ligure, divisi dal fiume Magra.

Molto più rapide, pandemiche si può dire oggi, le foto di quel «conglomerato a freddo» usato per ricucine la crepa. Oggi quei ripristini si sono dimostrati come toppe solo imbastite su un abito a brandelli. Ma ha retto il Ponte di Albiano. Ha retto mentre le Lame, quel tratto dell’antica via della Cisa che lo collega al successivo ponte di Aulla, si sbriciolavano nel Magra e sulle briciole comparivano colorati new jersey e semafori volanti per una provvisorietà cronica.

Ha retto il 24 novembre, mentre si staccavano 30 mila metri cubi di terra e acqua spazzando via in 15 secondi il viadotto ‘Madonna del Monte’ sull’Autostrada A6 Savona-Torino. Non quello vecchio, sulla carreggiata tutta curve costruita negli Anni Sessanta dalla Fiat, ma quello della parte nuova realizzata tra gli Anni Novanta e il Duemila.

Era la più a rischio quella pila abbattuta dalla frana, la più esposta ai detriti che fossero venuti già dalla montagna, ma era stata rinforzata solo la pila successiva, meno esposta e rimasta in piedi. Morandi, Madonna del Monte, Albiano... ogni volta si scopre che qualcuno lo aveva detto, qualcuno aveva segnalato, qualcuno aveva lanciato allarmi...

E altri avevano risposto “tranquilli”. E’ stato il Coronavirus, la pandemia che ha messo tutti agli arresti domiciliari, questa volta a non trasformare in una fossa comune il fiume Magra che attraversa questa Terra di Lunigiana, non terra di Liguria ma neppure troppo della Toscana di cui è spesso considerata un’appendice facile da dimenticarne l’esistenza. Il misericordioso Ponte di Albiano ha retto fino a oggi, quando in piena ora di punta serviva solo ad un tecnico Tim in movimento per un intervento urgente. Ed ha risparmiato anche lui.