NATALINO BENACCI
Cronaca

Csm, sospeso il processo a Cosimo Ferri

Accolta l’istanza del deputato di Italia Viva sulla ricusazione verso i due giudici disciplinari Cavanna e Cerabona. "Garantita l’imparzialità".

di Natalino Benacci

E’ stato sospeso il giudizio davanti alla sezione disciplinare del Csm a carico del parlamentare di Italia Viva Cosimo Ferri per la vicenda della riunione all’Hotel Champagne, dove si discutevano le nomine ai vertici delle procure, intercettata da un "trojan" trasferito nel cellulare di Luca Palamara, indagato dalla Procura di Perugia.

Il tribunale delle toghe, accogliendo una delle istanze di Ferri, ha disposto la trasmissione degli atti alle Sezioni Unite della Cassazione perché si pronuncino sulla terza istanza di ricusazione presentata nei confronti di due giudici disciplinari, entrambi componenti laici, Stefano Cavanna (Lega) e Michele Cerabona (Forza Italia), che erano già in carica al Csm alla data del 9 maggio 2019, quando ci fu la riunione notturna all’hotel Champagne al centro del procedimento disciplinare. L’invio degli atti alla Suprema Corte era già stato prospettato durante l’udienza a porte chiuse del 28 luglio scorso, sulla base di un solo precedente, risalente al 1985, ed è stata condivisa dal collegio di Palazzo dei Marescialli con l’ordinanza notificata oggi alla difesa di Ferri.

Le prime due ricusazioni, una risalente al 30 giugno scorso e l’altra al 20 luglio, riguardano invece tutti i consiglieri in carica al 9 maggio 2019, nonché la togata di Area Elisabetta Chinaglia per alcune sue dichiarazioni rilasciate prima della sua elezione al Csm. In via subordinata, la difesa di Ferri ha chiesto anche di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale sollevando questioni di legittimità del decreto legislativo del 2006 in materia di illeciti disciplinari, nel punto in cui non prevede la “sospensione“ del procedimento disciplinare, nel caso in cui il giudice sia anche “soggetto passivo“ delle condotte contestate o quando l’intero collegio disciplinare venga ricusato.

Cosimo Ferri raggiunto telefonicamente ha dichiarato a La Nazione: "Quello di oggi rappresenta davvero un passo importante che va nella direzione di una corretta applicazione delle regole. Anche nei procedimenti disciplinari si deve garantire la terzietà e l’imparzialità di chi decide, nel rispetto del giusto processo e del diritto di difesa di ogni cittadino del nostro Paese".