DANIELE ROSI
Cronaca

Cucina Il gusto della nostra tradizione

Romano Bavastro relatore sulla storia delle guide gastronomiche, ospite al Doride della delegazione apuana dell’Accademia italiana

Beatrice Vannini con il giornalista Romano Bavastro all’Accademia della cucina

Beatrice Vannini con il giornalista Romano Bavastro all’Accademia della cucina

Serata all’insegna della storia delle guide gastronomiche alla Delegazione apuana dell’Accademia italiana di cucina. Al ristorante Doride di Marina, il giornalista e scrittore Romano Bavastro, ex caposervizio della Nazione, ha raccontato in una cena conviviale l’origine delle prime guide gastronomiche dagli inizi del Novecento a oggi. A introdurre l’intervento di Bavastro, la delegata apuana dell’Accademia italiana della cucina Beatrice Vannini "Abbiamo accolto con molto interesse - ha spiegato - la proposta di conoscere meglio le guide gastronomiche che ci è stata fatta da Romano Bavastro. L’origine delle prime guide risale a seguito della seconda rivoluzione industriale. L’automobile aveva cominciato a cambiare gli stili di vita: venivano costruite infrastrutture, la gente si muoveva di più e nasceva l’esigenza di avere dei riferimenti di locali in cui poter fermarsi a mangiare e dormire. Per rispondere a questa esigenza, nacquero le prime guide gastronomiche, che si sono poi evolute negli anni".

Bavastro ha ripercorso le tappe principali della storia delle guide gastronomiche partendo dalla prima in assoluto, la Guida Michelin, nata in Francia, in un’azienda che produceva pneumatici per auto. "In Italia la prima Guida Michelin è datata 1951 – ha spiegato Bavastro – e nel 1979 è arrivata la guida dell’Espresso e poi quella di Gambero Rosso, che sono ancora oggi le più importanti. A queste si sono aggiunte in tempi più recenti Il Golosario e Slow Food. I recensori devono sempre restare anonimi e le grandi guide non riportano mai il loro nome. Se non si rispetta l’anonimato, si perde l’incarico. Le valutazioni tengono conto anche delle caratteristiche del locale e dell’accoglienza ricevuta. I voti sono espressi con simboli che vanno dai cappelli da chef di Gambero Rosso alle forchette della guida dell’Espresso fino alle celebri stelle Michelin".

Bavastro ha citato alcuni episodi della sua trentennale carriera da recensore prima per l’Espresso e poi per Gambero Rosso, ricordando il ristorante Paracucchi di Marinella di Sarzana come il migliore in assoluto tra quelli da lui recensiti; il suo reportage sui tre ristoranti più famosi di New York negli anni ’80: Il Palio, le Cirque e Il monello. Dopo l’intervento di Bavastro è iniziata la cena, che ha avuto come ospite l’assessore Moreno Lorenzini, con proposte dello chef del Doride Antonio Morelli.