REDAZIONE MASSA CARRARA

Dal contatto con la morte alla rinascita con la scrittura

Dalla vicinanza alla morte la rinascita. E’ con il libro ’Ron-dine’ che Giuseppe Costa (nella foto), un passato nella Dc,...

Dalla vicinanza alla morte la rinascita. E’ con il libro ’Ron-dine’ che Giuseppe Costa (nella foto), un passato nella Dc, dopo molte battaglie per difendere i diritti dei cacciatori ai vertici delle federazioni venatorie, ha scritto la sua storia e quella del suo tempo. Una metafora dei volatili per raccontare gli eccidi e riportare alla memoria le crudeltà della guerra. Lui stesso racconta dalla sua nascita il percorso spirituale che lo ha condotto a raccontare. "Sono nato a Marina di Carrara, all’ottavo mese e pesavo 1 chilo e 6 etti. Hanno visto in me una brutta immagine e dopo qualche ora chiamarono il sacerdote per darmi l’estrema unzione. Qualcuno ha voluto che io rimanessi in vita".

Nel libro si narra di 156 i civili uccisi tra bambini, donne e uomini. "Quella notte maledetta mia nonna Oliva perse il marito e due figli. Il libro parla chiaro. Intanto io frequento la chiesa, canto nel coro, vado a messa, prego sempre. La fede non mi ha mai abbandonato. Tanto che un giorno disteso sul letto vedo la Madonna di Medjugorie che mi si è avvicinata e mi ha posizionato l’indice sulla fronte. Passano alcune ore e poco dopo cominicano i primi dolori fisici. Faccio una visita e mi viene trovato un tumore alla testa piccolo. Se fosse stato più grande sarebbe finita. Nella convalescenza ho scritto il libro che riferisce di tutte le persone a me care".

Un racconto onirico che riprende una migrazione da San Terenzo Monti alla Nigeria e prende la metafora del volo degli uccelli per raccontare l’uomo.