CARRARADall’antico mulino sul Carrione al cuore pulsante e superavveniristico di Riyad, passando per Mosca. È la parabola scendente di Francesco Carusi, meglio noto come Pandolfo, panificatore sopraffino che ha deciso di portare il suo sapere nella capitale e centro finanziario dell’Arabia Saudita, dove un anno fa ha aperto Rustic Bakery, specializzata in pane, focaccia farcita e dolci italiani, aggiudicandosi collaborazioni e catering con i più grandi gruppi, dal Mandarin Hotel al Crown Plaza, dal Radisson Blu al Fairmont Hotel, fino ai pop up store di Dolce e Gabbana e Dior.
"Adesso la nostra ambasciata è attiva per valorizzare l’autenticità italiana - racconta Carusi da Riyad - Il turista del Golfo conosce solo Roma, Milano, Portofino, Amalfi: l’intento è fari capire che l’Italia è fatta di tante tradizioni". È così che nasce l’attività di Carusi e del socio Younis Altewejri: "Qui non ci sono tasse, è tutto più facile. La nostra sfida è proporre prodotti genuini, tradizionali". Prodotti che sono stati accolti molto bene da tutta la comunità italiana, europea, australiana, e dagli arabi: "Niente alcol e maiale" prosegue Carusi.
La sua avventura comincia 12 anni fa quando il padre Gabriele apre il Mulino e vi entrano lui e il fratello Marco: "Avrei voluto studiare Giurisprudenza e all’inizio dovevo solo dare una mano, poi mi sono innamorato del mestiere, della manualità, anche della chimica che c’è dietro la panificazione". Dopo due anni comincia a tenere corsi per fare il pane, gli allievi arrivano da Sarzana, Massa, Spezia. Ma è con il corso che tiene a Parigi per i ragazzi dello staff dello chef Pierre Gagnaire e con i social che Carusi spicca il balzo e gira il mondo per insegnare la nobile arte di fare il pane: viaggia in tutta Europa, e dopo Asia, Singapore, Cina, Thailandia, Indonesia, Filippine, Uzbekistan, infine Russia, dove apre, nel 2021, una piccola fabbrica di basi per pizza, focaccia e dessert a Mosca.
"Con la guerra gli affari andavano tragicamente bene, dato che non si poteva più importare dall’Italia e noi facevamo prodotti italiani con materie russe". Poi vende l’azienda a un russo e riprende le consulenze in giro per il mondo: è alla Royal Commission della città saudita di Alula che conosce quello che diventerà il suo socio a Riyad.