REDAZIONE MASSA CARRARA

Data storica per la città del marmo. Anche Carrara diventa capoluogo. Il decreto legge la equipara a Massa

Secondo l’articolo 3 c’è uguaglianza "nelle Province la cui denominazione è composta da più Comuni" . L’applicazione riporta in auge la vecchia diatriba sul trattino nel nome dell’ente che è in piedi da 78 anni.

Data storica per la città del marmo. Anche Carrara diventa capoluogo. Il decreto legge la equipara a Massa

di Patrik Pucciarelli

Data storica quella di ieri, quando l’entrata in vigore di un decreto legge ha incoronato Carrara capoluogo di provincia equiparandola a Massa. L’articolo 3 del decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale parla chiaro: "Nelle province la cui denominazione è composta dal nome di più comuni, il capoluogo è individuato in ciascuno dei comuni stessi". Stessa sorte anche per le province di Pesaro e Urbino e di Forlì-Cesena. L’applicazione non comporta l’istituzione di nuovi uffici provinciali delle amministrazioni dello Stato e degli altri enti pubblici, ma sancisce una conquista che forse provvederà anche alla rimozione di quel trattino tra Massa-Carrara al centro delle polemiche da oltre 78 anni.

La provincia estense di Massa e Carrara istituita dopo l’ammissione degli Stati di Massa e Carrara al Ducato di Modena era costituita dai due comuni. Nel Ducato di Modena esistevano anche le province di Lunigiana estense e Garfagnana estense. Il dittatore dell’Emilia, Carlo Luigi Farini nel 1859 riunì le tre province in una unica denominata Massa e Carrara. "Con decreto legge del 27 dicembre del 1859 si stabilivano le circoscrizioni, il numero dei comuni e si sfumava sul capoluogo" spiega l’ex consigliere comunale socialista Pietro Giorgieri.

Quest’ultimo punto era suggerito dal fatto che, risiedendo l’ex burocrazia periferica ducale a Massa, ma essendo Carrara il centro più forte "quindi deputato ad essere capoluogo secondo leggi e consuetudini - prosegue Giorgieri -, si riteneva giusto ed opportuno adattare le esigenze di fatto con diverse forme di funzionalità ed assegnare ai due centri il ruolo di capoluogo". Da qui la denominazione Massa e Carrara che ha resistito fino al 1938 quando con decreto legge del 17 dicembre i comuni di Carrara, Massa e Montignoso, "per mano di Benito Mussolini, venivano fusi in uno solo e la provincia denominata Apuania" conclude l’ex consigliere. Il periodo bellico fa da spartiacque a tutto questo. Una volta terminato, la Giunta del Comune di Apuania, presieduta da Carlo Andrei con delibera del 9 luglio 1945 chiedeva agli organi competenti la ricostruzione dei tre comuni confluiti in Apuania e il ripristino della realtà provinciale.

La proposta venne accolta, ma attuata in una forma che ne tradiva la sostanza. "Il decreto legislativo luogotenenziale - spiega lo storico locale Pietro di Pierro - del 1 marzo 1946 parlava di: ricostituzione dei Comuni di Massa, Carrara e Montignoso. La provincia di Apuania riprenderà l’antica denominazione". Ma nella trascrizione è stato commesso un errore, anziché riportarla alla lettera come agli albori, cioè Massa e Carrara, al posto della vocale di congiunzione tra le due città è stato inserito un trattino trasformando il tutto in Massa-Carrara.

Più tardi si parlò di manomissione del plico che venne spedito a Roma per l’approvazione dove sembrava che la ‘e’ fosse stata grattata commettendo così un possibile falso in atto pubblico. Nel 2009 il caso andò a Montecitorio davanti alla Commissione affari costituzionali della Camera perché quella ‘e’ compariva nella delibera originale del comune di Apuania del 1945. Ma niente da fare perché quel trattino c’è tutt’oggi però "dopo il decreto legge entrato in vigore sarebbe giusto rimettere la congiunzione". Sottolinea in conclusione il presidente della Provincia e sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti.