EMANUELA ROSI
Cronaca

La paura, lo sbarco e la rinascita. Massa, il docufilm ’narrato’ dai migranti

Il corto “A sud di nessun nord“ offre uno sguardo sui minori del centro di accoglienza del seminario di Massa

Selenia Erye con Maurizio Bonugli, il regista massese Fabrizio Ferrante e Barbara Spicuglia, operatrice della cooperativa

Selenia Erye con Maurizio Bonugli, il regista massese Fabrizio Ferrante e Barbara Spicuglia, operatrice della cooperativa

Massa, 21 agosto 2024 – Idex vuole diventare un uomo d’affari per poter aiutare la sua famiglia. "Non sono venuto per gioco" dice nel docufilm che spalanca una finestra sul centro che all’interno del seminario vescovile di Massa accoglie gli adolescenti sopravvissuti al deserto e al Mediterraneo, “minori non accompagnati” secondo la classificazione che ne fanno le norme sull’immigrazione. Quel sogno è un frammento del docufilm ’A sud di nessun nord, la nazionalità è un evento puramente casuale’, diretto dal regista apuano Fabrizio Ferrante, scritto a due mani da Maurizio Bonugli e Selenia Erye, e proiettato in anteprima nazionale all’interno del festival ’La Cappucciniana’.

La voce narrante dell’attore fiorentino Gabriele Bonafoni accompagna le immagini dei ragazzi che a Massa stanno recuperando la loro adolescenza rubata, ricominciando a sognare e provando a trasformare i sogni in futuro reale. C’è Mamajang che arriva dal Gambia e per riuscire ad aiutare la sua famiglia sogna di fare il meccanico, Keita che studia per diventare presidente del Senegal e dare una mano al suo popolo, Aminou del Benin che vuole formarsi come guidatore di muletti, il gambiano Usman che faceva già lo stuccatore nel suo paese e spera di poterlo fare ancora perché quel mestiere è la sua passione. Parole e immagini accompagnano gli spettatori dentro un mondo che spesso solo li sfiora.

Gli sbarchi nel porto di Marina di Carrara, sicuro per il Governo e troppo lontano per i sopravvissuti, ormai non fanno più notizia. I migranti scendono, sfilano nel padiglione della Imm davanti a mediatori, forze dell’ordine, medici, psicologi. Qualcuno si ferma. Pochi, distribuiti in una ventina di centri d’accoglienza sparsi in tutta la provincia. Circa 500, di cui qualche decina nel seminario grazie alla grande disponibilità del vescovo diocesano Mario Vaccari , ha spiegato il vice prefetto Andrea Leo nella serata al parco dei Cappuccini che è stata l’occasione per parlare di accoglienza e integrazione proiettando il docufilm degli artisti massesi. "Trasformare un problema in opportunità" è l’obiettivo del prefetto Guido Aprea, ha sottolineato ancora Leo.

E la convenzione siglata con Comuni e Croce Rossa è diventata un modello. Che l’obiettivo si riesca a raggiungere lo dimostra il fatto che quasi nessuno dei ragazzi accolto al seminario di Massa si allontana, ma lì decide di ricominciare. A studiare, a giocare, a lavorare. Il tenente colonnello medico Franco Alberti, della Croce Rossa apuana, prima della proiezione ha portato al pubblico le emozioni forti dei soccorritori. Giulia Severi, presidente della cooperativa Casa di Betania , e Giulia Puntoni, coordinatrice del centro di accoglienza, hanno spiegato difficoltà e impegno di quanti hanno fatto dell’integrazione un lavoro che è una missione. E Abiba Kone, migrante salvata da uno dei tanti barconi e oggi mediatrice linguistica cultura, ha dimostrato che quell’integrazione è possibile.

Un documentario nato per “colpa” di un pallone, quello che dal piazzale del seminario ogni giorno finiva nel cortile di Maurizio Bonugli. L’ide a di dare volto e storia ai ragazzi che nell’entusiasmo del gioco quel pallone calciavano ogni volta troppo lontano, è diventato il docufilm di una storia a cui Fabrizio Ferrante ha dato le immagini, Selenia Erye e Bonugli le parole, Bonafoni la voce, e i ragazzi del centro di accoglienza l’anima. Il progetto è stato condiviso e realizzato in collaborazione con Casa Betania e Fondazione Migrantes: un’opera a sfondo sociale per risvegliare le coscienze e aprire un dibattito costruttivo sul tema dell’immigrazione. intorno a un tavolo, sorrisi.

«Oltre duecento persone sono accorse alla “prima” del cortometraggio “A sud di nessun nord, la nazionalità è un evento puramente casuale” – commenta Maurizio Bonugli –. Una storia di immigrazione, di accoglienza e di nuova umanità con protagonisti i ragazzi sbarcati quasi un anno fa a Marina di Carrara e da quel momento ospiti del Centro presso il Seminario Vescovile di Massa. Questo film è servito ad abbattere il muro dell’indifferenza regalandoci tante nuove amicizie e stringere nuovi legami. Il nostro cortometraggio è di certo una goccia nell’oceano del pregiudizio ma -ne siamo certi, riuscirà nella sua immensa piccolezza a far aprire i cuori contribuendo a costruire un futuro migliore…".