MARIA NUDI
Cronaca

Don Euro, chiesti 8 anni e mezzo di reclusione. La difesa: "È una vittima, va assolto"

Le accuse sono di estorsione, autoriciclaggio e sostituzione di persona. La richiesta per l’altro ex sacerdote Emiliano Colombi è di 4 anni e mezzo

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Otto anni e sei mesi di reclusione. E’ la richiesta del pm Giulia Giancola per Luca Morini, alias Don Euro. Quattro anni e sei mesi invece sono stati chiesti per l’altro ex sacerdote, Emiliano Colombi. La difesa ha chiesto l’assoluzione. La sentenza, che molti si aspettavano già ieri, è prevista a febbraio. Il collegio presieduto dal giudice Ermanno De Mattia ha rinviato il processo al 2 febbraio quando ci saranno le repliche. Si tratta di una delle vicende più delicate e complesse degli ultimi anni avvenuta in territorio apuano e che ha coinvolto la Diocesi di Massa Carrara e Pontremoli. Alcuni episodi dello scandalo risalgono al 2013. Scandalo smascherato dalle denunce di Francesco Mangiacapra, denunce fatte in prima istanza alla Curia, in seconda istanza alla Nazione e poi alle forze dell’ordine.

Il pubblico ministero Giancola, che ha sostituito il pm Alessandra Conforti, titolare delle indagini, ha ricostruto in aula davanti al collegio la vicenda passata sulle cronache nazionali come la storia di Don Euro, il sacerdote che ha chiesto denaro ai fedeli per assicurarsi la bella vita e per intrattenere relazioni di natura sessuale con giovani, poco più che ventenni. Per il pubblico ministero il processo ha provato la penale responsabilità del reato di estorsione di Luca Morini nei confronti del vescovo monsignor Giovanni Santucci, sostenendo "che potevano essere denunciate altre nefandezze nella Diocesi a Pontremoli". Nei confronti di suor Maria Favilla, invece, il pm ha affermato che "la richiesta di 400 euro appare sproporzionata anche rispetto alle eventuali messe da fare per i defunti" e che Morini, nella richiesta alla suora, aveva detto che "le sorelle defunte non avrebbero trovato pace se non glieli avesse dati". Inoltre Don Euro è accusato di estorsione anche nei confronti di uno dei ragazzi con cui aveva intrattenuto una relazione. Provato, secondo il pm, anche il reato di autoriciclaggio con l’acquisto di diamanti ripetuto tre volte; e provato anche il reato di sostituzione di persona (si spacciava per medico o giudice) emerso in più circostanze, il pm ha chiesto l’assoluzione, invece per il reato di detenzione e cessione di sostanza stupefacente, qualificando gli episodi contestati nel processo come consumazione di gruppo, non perseguibile per legge.

Una ricostruzione minuziosa quella del pm che ha sostenuto che l’atteggiamento di don Euro aveva uno schema ben preciso: chiedeva denaro ai parrocchiani da anni per finalità benefiche che invece disattendeva per destinare quel denaro a fini ben diversi. la sua passione per il lusso e per ragazzi giovanissimi. Nella ricostruzione il pm ha evidenziato come don Euro avesse accentrato nelle sue mani la contabilità delle parrocchie e come non sia provata l’ipotesi della difesa che quel denaro appartenesse in qualche modo al patrimonio familiare del sacerdote.

Minuziosa anche la ricostruzione dell’atteggiamento di Emiliano Colombi, difeso dall’avvocato Giuseppe Del Papa, al quale veniva contestato il reato di riciclaggio, con operazioni fuori dal conto corrente e difficilmente tracciabili. Il pm ha giudicato "lacunosa" la perizia del Tribunale che ha evidenziato un disturbo bipolare nella personalità di Don Euro definendo una seminfermità mentale. Il pm nella sua richiesta non ha concesso le attenunati generiche agli imputati per il comportamento processuale: non sono mai stati presenti alle udienze, non hanno fatto dichiarazioni spontanee e non si sono fatti interrogare nel corso del processo.

La difesa, come detto, ha chiesto l’assoluzione. L’avvocato Giovanna Barsotti, affiancata nella difesa da Gemma Montaruli, ha sostenuto la totale estraneità di Luca Morini alle accuse. "E’ una vittima di tutta questa vicenda", ha detto più volte il legale. Una lunga udienza per una vicenda particolare, come l’ha definita l’avvocato Luca Benedetti, che ha seguito le parti civili, quattro giovani, per il reato di sostituzione di persona. "Il collegio – ha detto Benedetti – saprà scindere l’aspetto morale dall’aspetto giuridico di questa vicenda. Francesco Mangiacapra non si è approfittato di questa storia che aveva segnalato alla Curia. Questi ragazzi sono stati soggiogati da Luca Morini che se non si fosse presentato come un giudice, un medico o filantropo non avrebbe mai potuto intrattenere alcuna relazione con loro". Le difese hanno smontato pezzo per pezzo lo scenario giuridico sostenendo la totale estraneità di Luca Morini e Emiliano Colombi.