E’ stata girata ieri a Pontremoli la nuova puntata di "Donnavvenura" che va in onda su Rete4. Le giovani esploratrici hanno visitato Villa Dosi delfini, la Pro Loco di Pontremoli, Il Caffè degli Svizzeri, l’Osteria Bussè 1930, la Rilegatoria di Francesca e Donatella Melani, la bottega alimentare Angella ed altre mete del turismo gastronomico. La troupe giunta di primo mattino ha girato un servizio alla settecentesca Villa Dosi Delfini, un posto dove il Barocco stupisce. Sorta nella seconda metà del XVII come luogo di villeggiatura e di delizie: si allarga lungo il pendio di una collina dove spicca un vitigno da cui i Marchesi Dosi Delfini ricavano un vino rosso rinomato nel territorio. Oggi i proprietarila abitano d’estate e in alcuni week-end durante l’anno, garantendone sempre e comunque l’accessibilità attraverso le guide di Sigeric, presenti anche ieri con le protagoniste di “Donnavventura“ a supporto della troupe. In particolare sono entrati nel mirino delle telecamere i saloni affrescati, le stanze riccamente arredate, i giardini, seguendo il racconto della storia della famiglia Dosi Delfini. Poi le “investigatrici del gusto“ sono passate all’assaggio degli “amor“ al Caffè e alla Pasticceria degli Svizzeri. Si tratta di uno dei fiori all’occhiello dell’azienda presente a Pontremoli dal 1842. Le antiche ricette conservate dalla ditta Stekli in un originale ricettario storico, stanno ad indicare la continuità in un’arte che il tempo non ha modificato. Le specialità più famose sono la classica spongata, dolce con crosta di pastafrolla ed impasto a base di frutta candita, spezie, noci, uvetta. Per Natale viene spedita con un imballaggio adeguato anche negli Stati Uniti. E poi c’è “l’amor“, pasta caratteristica nella produzione giornaliera della pasticceria. La crema di questo dolce (la ricetta è segreta) è una creazione esclusiva scaturita da un’esperienza centenaria. Poi un salto in cucina all’Osteria Bussè 1930, una tavola che ha attraversato un secolo di storia pontremolese. Uno dei meriti: aver salvato dall’estinzione culturale il testarolo. La tradizione di questa pastella cotta, il cui ciclo di produzione un tempo avveniva entro le mura di casa, dalla trebbiatura alla molitura con piccole macine manuali che consentivano di non pagare la tassa sul macinato, è stata salvaguardata nelle case pontremolesi e nella campagna, tempio della cucina locale. Qui il testarolo ha ottenuto la sua consacrazione. Richiesto e apprezzato dai turisti nei ristoranti è diventato un simbolo della gastronomia pontremolese. Non poteva mancare una puntata alla storica Salumeria Angella. Dietro il banco la titolare Tiziana Bertocchi ha mostrato i suoi gioielli affettati: coppa, mortadella nostrale, testa in cassetta e filetto. Poi, tappa a Fivizzano e dintorni. Insomma un tuffo fra le bellezze locali che dovrebbero andare in onda domenica 21 giugno su Rete4 alle 14.
Natalino Benacci