
Le esperte del centro Duna. Ilaria Tarabella e Francesca Rivieri con la 3F Staffetti
L’otto marzo è la Giornata Internazionale della Donna che sottolinea quanto le donne abbiano dovuto lottare per ottenere i diritti umani. A scuola i ragazzi della Staffetti hanno incontrato Ilaria Tarabella e Francesca Rivieri esperte del centro antiviolenza Duna.
Cosa c’entra la violenza sulle donne e il rispetto per i loro diritti?
"Sono due cose veramente collegate. Certi uomini credono di “possedere” la persona femminile che hanno accanto, le dicono “sei mia” magari con affetto, ma accade che una donna che vuole separarsi dal compagno poi venga maltrattata o anche uccisa: le statistiche dicono che muore per questo una donna ogni 3 giorni". Le esperte hanno spiegato che la loro associazione è aperta 24 ore su 24 ed è un aiuto per queste donne che posso chiamare quando vogliono al numero: 377.699.4263 e c’è anche un Numero Nazionale il 1522.
Che succede se chiami il centro come ti aiuta?
"Si cerca di capire se è un’urgenza o se è prevenzione. Si prenota un primo colloquio per chiarire il problema e si collabora per rinforzare l’autostima. Si aiuta anche con l’avvocato e lo psicologo".
Quali sono i tipi di violenza?
"La violenza può assumere molte forme, tra cui percosse, aggressioni, mutilazioni, umiliazioni, minacce, controllo coercitivo, isolamento sociale, stupro, molestie, sfruttamento, privazione o controllo del denaro, impedimento al lavoro, stalking, molestie verbali (cat calling). Si manifesta in contesti domestici, lavorativi e sociali, spesso radicata in stereotipi di genere e dinamiche di potere squilibrate".
Ci sono centri che possono aiutare gli uomini nella prevenzione della violenza?
"Ci sono più centri di antiviolenza per le donne, perchè al mondo le donne sono quelle che subiscono più violenza rispetto agli uomini, ma se gli uomini si accorgono delle loro azioni sbagliate c’;è un centro dedicato solo a loro: si chiamano CUAV e sono centri dove gli uomini possono farsi aiutare per migliorare il loro comportamento. I dati ci dicono che spesso ci vanno solo uomini che vengono inviati dagli avvocati, pochi li frequentano spontaneamente". Anticamente le donne erano considerate inferiori rispetto agli uomini, e non potevano studiare, infatti le esperte ci hanno fatto notare che nei nostri libri di testo le donne compaiono molto meno degli uomini: le giornaliste o le scrittrici spesso per pubblicare i loro articoli si fingevano uomini. Vi suggeriamo il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani“, ambientato nel 1948 quando le donne avevano pochi diritti. Oggi le donne hanno molte più opportunità, ma c’è ancora molto da fare.