ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Dopo il pane di Marocca arriva quello di Regnano

Fabio Bertolucci annuncia che da aprile tornerà a sfornare con regolarità "In tempi così duri bisogna recuperare i nostri prodotti e le terre da semina"

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di Roberto Oligeri

Fabio Bertolucci, fornaio di Regnano, è un giovane imprenditore che già da anni ha fatto la sua comparsa nelle più grandi tv nazionali. E tutto grazie ad un particolare pane del passato, la “Marocca di Casola“ da lui riscoperto e valorizzato. E’ un pane prodotto con farina di castagne, patate lesse e farina bianca, un tempo companatico quotidiano dei meno ricchi, oggi prodotto con un suo mercato. Nel suo forno, in località Canoara, Fabio produce anche il “Pane di Regnano“, fatto con patate lesse e soprattutto con la farina del grano coltivato in paese e comunque in Lunigiana, macinato a pietra in un mulino che ancora funziona sotto la spinta dell’acqua del Magra. "Da molti anni il mio mulino di riferimento è quello dei Moscatelli nella piana di Filattiera che macina ad acqua e grazie a questa bella azienda, posso avere una fornitura costante e lavorare una farina che conosco- spiega Bertolucci- , c’è però spazio anche per la farina prodotta da altre realtà agricole che dedicano un pò della loro terra alla semina del grano. E’ il caso de “La Casina Bianca“, di “Cà de Riccio“ e “Salvetti Franca“, aziende del mio paese che, oltre al grano, producono un altro ingrediente fondamentale per il nostro pane: le patate di montagna,coltivate fino al Passo Tea,fra Lunigiana e Garfagnana a quasi mille metri. Oltre a loro- aggiunge Fabio- - c’è l’Azienda Agricola Bongi e Terre di Bigliolo nel Comune di Fivizzano. Con queste realtà produttive possiamo dare vita a una rete, una filiera produttiva locale a Km zero che può divenireinteressante pure sotto il profilo turistico. Vi sono gruppi composti da tedeschi e olandesi che mi hanno chiesto se possono venire a vedere come faccio il pane nel forno a legna; persone che potranno visitare tutta la filiera e fermarsi a godersi il nostro territorio". Dopo questi due anni di pandemia, quali sono le iniziative che intende mettere in campo per la sua attività?- "Tra fiere e mercati ero molto impegnato con la “Marocca“, tanto che ultimamente la mia produzione di pane era circoscritta al fine settimana - puntualizza Fabio - ma da aprile diverrà quotidiana. La mia scelta di produrre il pane con regolarità vuol essere un segnale positivo; in un momento così difficile, ho pensato che attraverso il pane di Regnano e il recupero delle terre da semina abbandonate da anni, possiamo fare la nostra piccola, ma importante parte. Avremmo i nostri costi e i nostri prezzi - aggiunge il fornaio - ma non saremo in balia delle oscillazioni del mercato internazionale, col concreto rischio di rimanere senza cereali, situazione a cui stiamo assistendo in queste tragiche settimane; e di fronte a questa drammatica realtà dobbiamo agire con le nostre forze. La mia rete di vendita è in Lunigiana e i clienti storici sono stati avvisati. Sono le botteghe dei nostri borghi e i supermercati più a valle gli esercizi che da sempre promuovono le produzioni locali. Noi partiamo con fiducia e l’obiettivo è realizzare qualcosa di bello per tutti".