LUCA CECCONI
Cronaca

Dramma Casa Ascoli: "Nessun atto concreto. Aspettiamo la sentenza per rientrare nel servizio"

Il presidente della Compass, Cesare Ugolotti, fiducioso sul Consiglio di Stato "Resterà all’opera La Salute ma ci pagherà un affitto sulla base della nostra offerta. Per la Rsa sarà un aggravio di circa 200mila euro. Il suo piano non regge".

Dramma Casa Ascoli: "Nessun atto concreto. Aspettiamo la sentenza per rientrare nel servizio"

Il presidente della Compass, Cesare Ugolotti, fiducioso sul Consiglio di Stato "Resterà all’opera La Salute ma ci pagherà un affitto sulla base della nostra offerta. Per la Rsa sarà un aggravio di circa 200mila euro. Il suo piano non regge".

"Siamo costretti ad aspettare la sentenza del Consiglio di Stato, fissata al 12 dicembre. Se confermerà quanto deciso dal Tar, rientreremo nel servizio e questo comporterà un aggravio di oltre 200mila euro per Casa Ascoli". Lo afferma Cesare Ugolotti, presidente della cooperativa Compass, nel corso di una conferenza stampa convocata per fare il punto della situazione su Casa Ascoli, tornata alla ribalta dopo l’avvio della procedura di mobilità a carico di 6 dipendenti. In questi giorni sono intervenuti un po’ tutti i partiti politici e i sindacati, non mancano polemiche e critiche che chiamano in causa anche il sindaco Persiani. Il presidente di Casa Ascoli, Giancarlo Casotti, ha spiegato la linea del Consiglio di amministrazione, informando di avere chiesto una proroga di alcuni mesi al Consiglio di Stato per riuscire, nel frattempo, a portare avanti il piano di risanamento della Rsa che prevede anche e soprattutto finanziamenti da parte di alcune banche.

Ugolotti è molto dubbioso su questa possibilità e spiega anche perchè adesso non è più possibile... fare sconti a Casa Ascoli. "Nell’aprile 2023 – afferma – il Tar intimava a Casa Ascoli di riammetterci nel servizio, noi di Compass insieme alla Di Vittorio, esclusi dalla gara. Avevamo fatto ricorso, va detto, con ragione. Ma al di là di questo, siamo sempre stati disponibili a trattative e accordi con Casa Ascoli, tant’è che nel maggio di quest’anno abbiamo sottoscritto un’intesa che prevedeva lo stralcio di un milione di euro sui 4 milioni che le cooperative vantano nei confronti della Rsa. Per quanto riguarda Compass, 1,2 milioni di euro circa. Entro giugno doveva esserci il primo pagamento, ma non abbiamo visto nulla. Quindi l’accordo è decaduto. Nel frattempo, per risovere i nostri problemi, siamo stati costretti ad aderire a un procedimento che si chiama ’composizione negoziata’ gestito dalla Camera di commercio di Firenze. Si tratta di un piano di risanamento a cui dobbiamo attenerci nei prossimi due anni per pagare i debiti e tornare ’in bonis’ e quindi a una situzione di normalità dal punto di vista economico finanziario. Per attenerci a questo piano abbiamo chiesto e ottenuto dal Tribunale un periodo di salvaguardia, una sorta di protezione da pignoramenti e decreti ingiuntivi. Siamo costretti quindi a non appoggiare la richiesta di proroga alConsiglio di Stato di Casa Ascoli, come è stato fatto in precedenza in virtù che c’erano trattative in corso. Stavolta no. Da Casa Ascoli arrivano solo propositi e parole, niente di più. Non ci sono garanzie di pagamenti da banche o dal Comune. Tutto lascia credere che la sentenza arrivi il 12 dicembre e che sia a nostro favore".

Cosa succederà quindi dal 13 dicembre per Casa Ascoli? "Dovesse, ripeto, il Consiglio di Stato pronunciarsi a nostro favore, rientreremo nel servizio, lasciando all’opera la cooperativa La Salute, visto anche che non abbiamo più dipendenti, a cui abbiamo affittato, tramite accordo, rami d’azienda. Tra questi non c’è Casa Ascoli, si tratterà di fare un integrazione all’accordo. E’ ovvio però che il canone sarà al prezzo della nosta offerta di gara che, ricordo, era di 220mila euro superiore a quella della Salute. Per Casa Ascoli è un aggravio. E si tratta della cifra, più o meno, che il Cda della Residenza per anziani contava di recuperare con la procedura di mobilità per 6 dipendenti per andare in pari con il bilancio. Di conseguenza, si tratta di un’operazione che non raggiungerà il suo scopo con il nostro rientro nel servizio".

Il presidente della Compass chiama in causa le istituzioni e la politica. "Siamo di fronte – afferma – a un problema che non è solo economico. E’ sociale e le istituzioni, in primis il Comune, dovrebbero farsene carico. Noi ci sentiamo un po’ abbandonati dalle istituzioni. Nessuno ha fatto atti concreti per risolvere questa situazione. Abbiamo scritto pec al sindaco perchè entrasse nel merito della questione, suggerendo anche alcune proposte, ma non ci ha nemmeno risposto. Qui non si parla solo di Casa Ascoli e dell’assistenza agli anziani, ma anche di cooperative, Compass e Di Vittorio, che hanno fatto la storia del nostro territorio. Abbiamo dato lavoro a centinaia e centinaia di persone, ci siamo occupati di migliaia di famiglie. Rischia di morire la storia del territorio e le istituzioni locali non si muovono?".

Ma sul futuro della Compass Ugolotti ha motivi concreti per essere fiducioso. "Le tribolazioni non mancano – dice – ci aspettano due anni difficili, perchè ci hanno portato a questa condizione: ad attendere una sentenza e a certi obblighi di comportamento per rientrare in una situazione di bilancio... normale. Non siamo i ’cattivi’, abbiamo l’obbligo di andare avanti senza fare passi indietro e neppure di lato. Per fortuna riusciamo a pagare gli stipendi, anche se spesso è capitato con ritardi. Siamo in pari da questo punto di vista. E cerchiamo in tutti i modi di far fronte agli obblighi di legge e ai nostri fornitori. Il piano di risanamento si basa su tre colonne portanti: gli incassi, i canoni di affitto e l’alienazione di beni, come la vendita della sede attuale, più eventuali stralci nei confronti dei creditori. Tra due anni, al termine della ’composizione negoziata’, saremo fuori dal guado".

L’ultima considerazione è amara riguardo a Casa Ascoli: "Non voglio entrare nelle beghe politiche, già in tanti lo fanno. Alla Compass non riguarda chi ha fatto debito e perchè. Dico solo che Casa Ascoli da sola non ce la può fare. Ha bisogno di supporto dalle istituzioni e di progetti concreti. C’è anche il rischio che la Regione chieda lo scioglimento e in questo caso i debito tornerebbero al Comune".