REDAZIONE MASSA CARRARA

Due targhe commemorative per onorare Salvioni e Bontemps

Domani alle 10 la cerimonia di scoprimento di una targa commemorativa, dedicata a due illustri concittadini: Pietro Bontemps e...

Franco Frediani, storico massese

Franco Frediani, storico massese

Domani alle 10 la cerimonia di scoprimento di una targa commemorativa, dedicata a due illustri concittadini: Pietro Bontemps e Saverio Salvioni. Accanto a Franco Frediani, promotore dell’iniziativa, ci saranno il sindaco Francesco Persiani e i proprietari della casa di via Piastronata, 8 sulla cui facciata verrà apposta la targa.

Pietro Bontemps nasce a Massa il 9 ottobre 1811 erede di una famiglia dalle origini francesi qui trasferitasi a metà ‘700. Nulla sappiamo della sua infanzia e giovinezza: a 36 anni, per l’epoca in tarda età, il 13 febbraio 1847 sposa Carolina Cioni e la coppia prende dimora alla piastronata nella casa già dei Salvioni dove era nato Saverio, il disegnatore e artista che fu quasi certamente suo maestro. Pietro muore, nella sua abitazione, il 16 aprile 1885 a 74 anni. Da considerarsi il maggior pittore locale, a Massa fu autore di numerose decorazioni di interni, sia privati (Case Guerra, Manetti, Menzione, Bourdillon), sia ecclesiastici, come nella chiesa della Misericordia. La sua notorietà è dovuta soprattutto all’attività di pittore paesaggista, le vedute di Massa, ma anche le cave.

Saverio Salvioni nasce a Massa il 25 luglio 1755 nella casa lungo la Piastronata. Sotto la dominazione francese è nominato Console e nel 1802 gli viene affidato l’incarico di rilevare le opere d’arte presenti nelle chiese. Nel 1805 eletto Membro dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 1807 Elisa Bonaparte lo nomina Ispettore ad honorem per i lavori di pittura nel restauro del Palazzo Ducale e lo stesso anno diventa Presidente della Comunità massese. Nel 1816 è delegato al riassetto del Teatro Ducale e direttore dei lavori. Stimato e onorato da tutti proseguì nel suo lavoro di disegnatore e incisore. Muore a Massa il 6 maggio 1833 a 78 anni, celibe, e chiede di essere sepolto nella Chiesa dei Frati Cappuccini, dove una lapide lo ricorda. Massa gli ha intitolato una traversa di via Bassa Tambura a fondo cieco. Delle sue opere, quasi tutte andate disperse, restano 18 vedute delle cave di Carrara, conservate all’Archivio di Stato di Massa (altre due rubate in occasione di una mostra) e il ritratto dell’amico poeta Giovanni Fantoni.