REDAZIONE MASSA CARRARA

E’ disabile, si lancia col paracadute: "Che emozione quel volo nel vuoto"

Un salto da 4300 metri per Giacomo Perfigli. "Adrenalina a mille"

NEL BLU Giacomo Perfigli in volo da 4300 metri insieme al suo istruttore Massimo: per il 31enne lunigianese la prima esperienza col paracadute che, assicura, ripeterà a breve

di CLAUDIO MASSEGLIA

GIACOMO vola: ha toccato quota terra dopo un lancio da 4300 metri col paracadute, preceduto pochi giorni prima dalla scalata fino ai 1639 metri del monte Gottero in sella a un quad. Tutto normale anche per chi come lui da 14 anni affronta la vita seduto su una sedia a rotelle. E così dopo aver preso il brevetto da sub, giocato a tennis tavolo a livello nazionale, arbitrato partite di calcetto (con tanto di insulti ed espulsioni...) Giacomo Perfigli, 31 anni di Soliera, è salito su un aereo dall’aviosuperficie di Molinella (Bologna) per affrontare il primo lancio col paracadute della sua vita. «Mi sono rivolto all’associazione ‘Spingi la vita’ diretta da Andrea Pacini, un ex parà di Firenze, disabile. Una volta l’anno organizzano questi lanci dedicati a chi come me si muove sulla sedia a rotelle». Ad aiutare Giacomo e gli altri ragazzi coinvolti, un gruppo di istruttori super-esperti con oltre 1000 lanci all’attivo. Niente carrozzine sull’aereo, «quando sono salito l’istruttore si è piazzato dietro di me per eseguire le procedure necessarie ad restare ‘agganciati’». Poi l’inizio della fase più delicata, quella che prepara al lancio vero e proprio. «Mi sono trovato ‘appeso’ a un gancio già fuori dall’aereo mentre il mio ‘compagno di volo’ a bordo ha ultimato le procedure». Quindi, il grande salto con 4300 metri di vuoto sotto i piedi: un minuto di caduta libera a 200 all’ora «con l’adrenalina a mille, siamo scesi a quota 1500 metri in un minuto, prima di aprire il paracadute» e rallentare il volo. «Poi 3-4 minuti di discesa, guardando il panorama fino all’atterraggio morbido, gestito dal mio istruttore Massimo».

UNA BELLA esperienza già vissuta alcuni anni fa da un’altra giovane lunigianese, la 33enne Francesca Baldini di Filattiera. «E’ stato fantastico – racconta Francesca – prima ero titubante, poi mi sono lanciata senza paura. E’ durato poco, ricordo però l’adrenalina alla fine: mi tremavano le mani. Ora vorrei rifarlo perchè lo affronterei con maggiore consapevolezza». E anche Perfigli pensa già al «bis del volo», nel frattempo si è divertito a salire i 1639 del monte Gottero a bordo di un quad, in compagnia di alcuni amici lunigianesi. «Siamo partiti da Pontremoli percorrendo il crinale fino alla vetta, in un tracciato pieno di scalini di roccia e difficoltà. La discesa è stata ancora più complicata perchè abbiamo fatto zig-zag fra i macigni». Ma in confronto al volo, una passeggiata...