
E’ lunga 220 metri, a 60 dalla battigia: "Perché non viene replicata altrove?"
A capo del progetto delle barriere soffolte c’era l’allora ingegnere della Provincia, Giuliano Arrighi (nella foto). Il tecnico era stato incaricato anche della direzione dei lavori dell’opera, costata oltre 4 milioni di euro. "Un progetto che ha dato grandi risultati e non capisco perché non venga replicato" sottolinea l’ingegnere. L’anno di partenza era il 2009 quando "ci eravamo posti la domanda se fosse possibile evitare che la sabbia lungo la costa venisse portata via dall’erosione – prosegue Arrighi –. In uno studio condotto a Bari abbiamo riprodotto in scala, all’interno di una vasca, la parte del litorale che andava dal pontile di Marina di Massa fino al torrente Magliano. Su questo modello avevamo trovato diverse soluzioni, ma quella più accreditata era quella delle barriere soffolte".
La barriera che dista dalla costa circa 60 metri, ha una lunghezza parallela alla costa di circa 220 metri. "Rimane sommersa per 60 centimetri sotto il livello del mare e verso il largo c’è una stesa di scogli che arriva a 30 metri di lunghezza – spiega il tecnico – . Un progetto che ha lo scopo di rompere le onde quando arriva la mareggiata. Rompendo l’onda rallenta il moto ondoso e la sabbia non torna più indietro, ma rimane sulla spiaggia. Questo ha portato alla creazione di due grandi vasche nel tratto tra la spiaggia libera di piazza Bad Kissingen e la foce del fiume Frigido con un massiccio aumento di sabbia dal 2010 a oggi".
"Il mare – spiega Arrighi – porta la sabbia, ma fa presto anche a riprenderla perché ci sono correnti prevalenti parallele alla costa. La quantità di materiale che dovrebbe venire dal fiume Magra e dagli altri torrenti a nord si sta depositando nelle buche dove negli anni è stata prelevata la sabbia per il ripascimento, quindi non abbiamo un aumento sulla spiaggia. Davanti ai pennelli ortogonali alla battigia si crea un solco, la sabbia viene trascinata via e si deposita a Pietrasanta e a Viareggio dove ci sono grandi accumuli. Per questo le barriere soffolte sono la soluzione: la parte negativa del ritorno dell’onda perde di intensità lasciando il materiale nella vasca. Ora ad occuparsi della questione è la Regione, ma forse è all’oscuro del progetto e dei suoi risultati".
P.P.