NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

La Toscana ricorda l'eccidio di San Terenzo Bardine

Al via stamani le cerimonia della strage, a 80 anni di distanza: “L'imperativo è non dimenticare”, ha detto l'oratore ufficiale Valdo Spini

Il ricordo dell'eccidio di San Terenzo Bardine

Il ricordo dell'eccidio di San Terenzo Bardine

Massa Carrara, 19 agosto 2024 – Tutta la Toscana ricorda oggi l'eccidio di San Terenzo Bardine, a Fivizzano (Massa Carrara): la cerimonia per l'80/o anniversario (19 agosto 1944-19 agosto 2024) è iniziata con oratore ufficiale Valdo Spini, già ministro della Repubblica e deputato della Toscana costiera e attuale presidente della Fondazione Circolo Rosselli. Da poco c'è stato l'omaggio alla Lapide del ponte del Bardine con la deposizione di una corona, seguito dalla deposizione della corona al cimitero. L'eccidio di Bardine San Terenzo vide lo sterminio di 159 vittime di cui 54 donne e 26 bambini e bambine di tutte le età. Nel Comune di Fivizzano ci furono altre stragi, in particolare a Vinca. “A 80 anni di distanza da questi tragici avvenimenti, l’imperativo morale e politico che abbiamo è quello di non dimenticare, di trasmettere alle giovani generazioni la ripulsa profonda contro il nazismo e il fascismo che essi suscitano – ha detto Spini nel suo intervento -. Il Comune di Fivizzano doveva patire non solo l’eccidio di Bardine San Terenzo, 159 vittime, ma anche, poco tempo dopo, quello di Vinca, altre 170 vittime. All’eccidio di Vinca partecipò anche la Brigata Nera Apuana dei fascisti repubblichini con circa 100 effettivi. Il complesso delle vittime sulla linea gotica in Toscana in quel periodo agosto-settembre fu di circa 2000 vittime. Tra esse tante donne e tanti bambini di tutte le età del tutto innocenti e inconsapevoli. I nazifascisti intendevano con questi eccidi di civili fare il vuoto intorno al movimento partigiano e stroncarlo, ma non ci riuscirono. Se la nostra patria poté risollevarsi alla fine della guerra, istituire la repubblica, darsi una Costituzione democratica fu proprio perché accanto agli Alleati si batterono e si sacrificarono tutte le forze che concorsero alla liberazione del nostro paese. I partigiani che presero le armi dopo l’8 settembre, gli internati militari che rifiutarono di servire alla Repubblica Sociale, i soldati dell’esercito italiano ricostituito che parteciparono alla guerra di Liberazione. Ma un grande peso in questa battaglia fu costituito dai sacrifici dei civili che subirono le rappresaglie nazifasciste e sostennero la Resistenza. Nella successiva primavera del 1945 la linea gotica fu sfondata e il 25 aprile si arrivò alla Liberazione dell’intero nostro paese”.

“Abbiamo troppe volte dato questa consapevolezza per acquisita e per scontata, particolarmente tra le giovani generazioni ed ora dobbiamo batterci per non dimenticare, perché la memoria costituisca un efficace vaccino contro le ideologie che tentarono di dominare il mondo con la seconda guerra mondiale – ha concluso Spini -. Ai valori del male che portarono allo sterminio di donne e bambini del tutto innocenti come a San Terenzo Bardine, dobbiamo contrapporre i valori della solidarietà, della fraternità e della democrazia, i valori della pace proprio perché siamo in presenza nuovamente di sanguinosi conflitti, anche sul nostro continente europeo. L’anno scorso, il 31 agosto, inaugurammo con la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella una lapide a Torre Pellice, in Piemonte, che così inizia. 'Passa dai piccoli luoghi la grande storia e la speranza di pace che nutre l'Unione Europea'. Una frase che vogliamo risuoni oggi, qui, davanti ai luoghi che ricordano il sacrificio delle vittime dell’eccidio di San Terenzo”.