L’ha chiamata ’Quello che rimane’ in omaggio al degrado che era e nella speranza di cosa quel luogo diventerà. Così l’artista Andrea Antonacci ieri ha inaugurato negli spazi di Nuova Caina la sua personale che ha dato il via alle iniziative di rilancio e rigenerazione urbana previste da Erp e Spazio Alberica. Ha tagliato il nastro il presidente di Erp Luca Panfietti, presente con lo staff dell’ufficio welfare Gilda Fialdini e Piera Safio, che ha deciso non solo di migliorare facciate e infissi, ma di intervenire sulla qualità della vita di chi abita nelle case popolari. Presente all’evento il direttore dell’Accademia Marco Baudinelli e gli operatori di Spazio Alberica, lo stesso Fabio Bernieri anima dell’iniziativa, a cui il luogo è stato affidato. La mostra è stata una valida opportunità per il quartiere di farsi conoscere e di avvicinarsi alla città. Ha introdotto l’artista il docente Giovanni Chiapello, presente il regista Andrea Battistini con l’attore Maurizio Donadoni, la consigliera di opposizione Maria Mattei oltre a tante gente venuta dal quartiere e dal centro cittadino.
36 famiglie che vogliono abbandonare il degrado e lo stigma che da sempre caratterizza il rione periferico per trasformarlo in un luogo di cultura.
"Con il bello sconfiggeremo l’incuria – ha spiegato Antonacci –. Questa mostra voluta da Spazio Alberica è stata una preziosa opportunità per far conoscere questo luogo e la voglia di tante famiglie di avvicinarsi al centro". In mostra i dipinti sul corpo della donna che vogliono mettere in evidenza l’indefinito. "Sono forme non canoniche che si attualizzano nei tempi. Importante nella mia poetica – ha riferito Antonacci – la ricerca del dettaglio. Un argomento molto ricorrente è l’ombelico. Un punto focale della ricerca, un dettaglio anatomico curioso che però dà la vita. Una fonte di vita sensuale ma non sessuale".
Un progetto che dalla mostra si dipanerà in altre mille iniziative del circolo di Spazio Alberica che mira con la rigenerazione urbana a far rivivere un quartiere dimenticato. "’Quello che rimane’ significa capire cosa rimarrà dopo la mia sintesi. La mia speranza – ha spiegato Antonacci che nel corso della mostra ha preso gli strumenti e ha dipinto dal vivo – è che qui il futuro preveda un quartiere vivace e ricco dove le idee circolino e ci si confronti. Si tratterà di ripartire e ricostruire da quello che rimane. Si ricomincia con il bello contro il degrado affinché la Nuova Caina diventi davvero quel laboratorio di eventi e di cultura dove tutti i residenti siano partecipi. Molti hanno collaborato fattivamente alla realizzazione della mostra".
Cos’è la rigenerazione urbana lo ha spiegato Fabio Bernieri: "E’ una galassia di politiche, pratiche e attori. In Italia siamo molto bravi a rigenerare gli spazi, a dare valore alla dimensione fisica dei luoghi, molto meno a fare la stessa cosa con l’economia e le relazioni sociali. Per me la rigenerazione è trovare un nuovo senso a luoghi che quel senso l’hanno perso. E lo si fa con il coinvolgimento delle persone.
Non si tratta di valorizzazione immobiliare, ma di partire dall’esistente. Dovrebbe essere un’operazione di sottrazione, non solo di addizione. Dobbiamo essere capaci di togliere, di semplificare, di far funzionare quello che già abbiamo tra le mani. L’edilizia arricchisce solo qualcuno. La rigenerazione urbana invece arricchisce tutti. Non solo l’economia, ma la qualità della vita, della salute, la piacevolezza e l’abitabilità degli ambienti. Il ruolo delle istituzioni è valorizzare e rendere protagonisti volontariato, residenti, associazioni e abitanti rendendoli responsabili di loro stessi e delle attività comuni. Questo luogo, messo a disposizione da Erp, è un laboratorio di esperienze, di scambio, di relazioni".