Nei giorni scorsi c’è stato il debutto dello spettacolo teatrale della scuola media Staffetti dal titolo "La vera storia di Barbablù". Va detto subito che è stata un’impresa, con tutte le difficoltà legate al Covid, ma alla fine ne valeva la pena visti l’impegno dei ragazzi (e degli insegnanti) e la riuscita della performance. Ma anche per il messaggio che porta. Lo spettacolo infatti è dedicato a tutte le donne, "fonti inesauribili di vita e passioni, ardenti sognatrici, madri amorevoli, instancabili guerriere", come recita lo slogan dei ragazzi. Ma andiamo con ordine, la storia di com’è nato lo spettacolo merita di essere raccontata.
Le docenti Giuseppina Benedetti e Aldalisa Nardini sono promotrici del Laboratorio teatrale Staffetti nell’Istituto comprensivo Staffetti Massa 2. Partito secondo la lunga tradizione ’staffettiana’ lo scorso anno scolastico come attività pomeridiana con più di trenta partecipanti, ha dovuto anch’esso fare i conti con l’inizio della pandemia ed era stato ovviamente sospeso. All’inizio di questo nuovo anno scolastico le colleghe, sostenute dalla dirigente, Ines Mussi, e dalla loro esperta teatrale, Alessandra Roselli dell’associazione “La noce a tre canti”, non solo non si sono arrese ma hanno recepito anche gli stimoli ricevuti da “Sicura… mente donna”, progetto promosso dall’Uciim per sensibilizzare alla parità di genere e contro il femminicidio. Il numero dei partecipanti è diminuito, gli incontri si sono svolti a distanza, i collegamenti non sempre erano efficaci, ma lo spettacolo è stato allestito. E il 1 marzo quello a cui hanno assistito famiglie e docenti è stato davvero un bello spettacolo.
Nella "vera storia di Barbablù" il protagonista non è tanto il fiabesco e inquietante Barbablù, ma semplicemente Blu, la sua ultima moglie, che durante un inizio
felicissimo di vita coniugale scopre la brutta fine delle precedenti mogli, tutte, in questa rivisitazione della celebre fiaba, definite e chiamate col nome di un colore. Blu, con forza e determinazione, sfugge alla sorte triste e drammatica a cui l’avrebbe sicuramente destinata il marito violento e si salva tenendo salde in mano le redini della propria vita. Il tema della violenza di genere, affiancato alla magia fiabesca, ha sostenuto i giovani studenti nell’affrontare un tema così doloroso e purtroppo tanto attuale. La recitazione ha avuto il proprio punto di forza nella voce e nell’espressività vocale. I ragazzi sono stati bravissimi. Ecco i loro nomi: Giacomo Giuntoli (3ª E); Camilla Lacialamella e Flavia Bertocchi (2ª A); Matteo Vivoli (3ª A); Robin Angeloni, Alessandro Della Pina, Francesco Valerio Ghio e Alyssa Bertoneri (2ª B); Flavio Poli e Alessandro Marchi (3ª B).
La scenografia doveva essere uguale per tutti, quindi un uniforme e anonimo sfondo bianco. Degli abiti di scena manco a parlarne, tutti in maglioncino nero. Trucco e altri accessori… non utilizzabili. In un susseguirsi di mani contenenti oggetti legati alla storia, di qualche immagine suggestiva, di qualche apparizione in video dei loro semplici volti, gli attori-studenti hanno riempito la scena con l’intensità della loro narrazione e dei loro toni espressivi, il tutto sapientemente montato dal tecnico Alessandro Conti, a cui non sono comunque mancati suggerimenti da parte degli alunni stessi, in un compendio di recitazione e tecnologia davvero creativo.