L’autunno è ormai alle porte e la possibilità di nuove piogge, importanti, preoccupa non poco le associazioni ambientaliste ma anche le istituzioni. Da un lato i cambiamenti climatici, con eventi calamitosi sempre più forti, imprevedibili e frequenti; dall’altro il consumo di suolo che mette in discussione la tenuta delle opere di difesa e la capacità dei terreni di assorbire enormi quantità d’acqua in poco tempo.
Soprattutto sulla costa i dati dell’ultimo report di Ispra ed Snpa del 2023, relativo alle statistiche fino al 2022, mostra un consumo di suolo superiore al 20% su Massa e Montignoso, oltre il 30% a Carrara. E in crescita quasi costante ovunque.
"Apprendiamo che i modelli per le previsioni meteo del Lamma saranno aggiornati in modo da avere previsioni più precise e puntuali che quindi permetteranno di avere un concreto sistema di prevenzione per gli eventi atmosferici potenzialmente dannosi – sottolinea il Comitato Ugo Pisa – e per questo invitiamo il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, ad attivare un coordinamento di protezione civile effettivo fra tutti i comuni in merito alle emergenze climatiche. Abbiamo potuto sperimentare più volte anche quest’estate come certi eventi metereologici possano verificarsi all’improvviso con difficoltà di previsione e di localizzazione".
Per il Comitato è necessario anche "un potenziamento della rete di collegamento con la protezione civile, ad esempio, coinvolgendo dei meteorologi locali, che possano tenere aggiornata la situazione quasi in tempo reale". E ritiene fondamentale un coordinamento territoriale che permetta di prendere decisioni coerenti e condivise anche a livello provinciale. Lo stesso invito, oltre al presidente della Provincia, è dunque rivolto anche ai sindaci di Massa, Francesco Persiani, e di Carrara, Serena Arrighi".
Anche il Consorzio di Bonifica Toscana Nord lancia l’allarme e lo fa sul consumo di suolo, "fenomeno diffuso, allarmante e inarrestabile" basandosi proprio sull’ultimo rapporto Ispra ed Snpa che arriva fino al 2022 e da cui emerge che "in Italia vengono consumati ogni secondo, circa 2,25 metri quadrati di suolo". Il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi, evidenzia che "l’eccessivo e costante consumo del suolo, oltre a causare effetti ambientali evidenti, è strettamente correlato al grado di sicurezza idrogeologica dei territori e quindi anche alle funzioni principali svolte dai Consorzi. E’ il primo elemento da tenere in considerazione per contrastare fenomeni come le frane, le alluvioni e perfino l’erosione costiera, eppure sembra non rientrare nelle logiche che sono alla base delle pianificazioni urbanistiche. L’Unione Europea ha approvato la legge sul Ripristino della Natura ed è necessario dare seguito a questa volontà".