Emergenza peste suina. La ’Zona rossa’ si allarga a tre nuovi Comuni

Dopo Zeri e Pontremoli finiscono dentro anche Filattiera, Tresana e Mulazzo. Lo stabilisce il regolamento di esecuzione della Commissione europea.

Emergenza peste suina. La ’Zona rossa’ si allarga a tre nuovi Comuni

La malattia non colpisce l’uomo ma è pericolosa per i suini

Si allarga la Zona rossa a restrizione Psa. Oltre ai Comuni di Zeri e Pontremoli che erano già stati classificati così già mesi fa, ora sventolano la stessa bandierina Mulazzo, Filattiera e Tresana. Rimangono in Zona I Comano, Licciana Nardi, Aulla Podenzana Villafranca e Bagnone. Mentre in Zona indenne sono Fivizzano, Casola e Fosdinovo. Lo ha stabilito il regolamento di esecuzione della Commissione europea che ha stabilito il primo agosto scorso misure speciali di controllo per la peste suina africana. Recentemente erano emersi cinque casi di Psa tutti riscontrati nel Comune di Zeri, anche se la Regione Toscana ha specificato che non era coinvolto nessun allevamento di suini. La malattia, pur non rappresentando un pericolo per la salute dell’uomo, è causa di un importante impatto socio-economico nelle zone colpite e di ingenti perdite a carico del settore suinicolo. Le norme prevedono l’abbattimento dei suini domestici in cui è stato riscontrato il focolaio e il blocco delle movimentazioni e commercializzazione al di fuori dell’area infetta, compresa l’esportazione, dei prodotti a base di carne suina provenienti dalle aree focolaio. E’ da tempo scattata l’allerta per il possibile rischio di diffusione in Lunigiana della peste suina africana veicolata soprattutto dai cinghiali. Il Piano di abbattimento dei cinghiali stabilito dal Commissario nazionale per la Toscana nel 2023-24 (recentemente cambiato con la nomina di Giovanni Filippini) è di 113mila capi: 75mila attraverso la caccia collettiva, 18mila con la caccia di selezione e 20mila con il controllo nelle aree protette e di divieto di caccia. In provincia di Massa Carrara i prelievi fissati sono 5.684. Dal primo febbraio dopo 3 interventi nella zona 2 sono stati abbattuti solo 3 cinghiali e nel restante territorio provinciale 13. Mentre nella zona 2 di Parma nello stesso periodo i cinghiali soppressi sono stati 362. A oltre un anno dallo scoppio dei focolai in Liguria vicino al confine toscano, e tutt’ora con l’emergenza arrivata nei comuni di Zeri e Pontremoli, in provincia di Massa Carrara non è attivo nessun centro di sosta in grado di ricevere i capi recuperati dalle attività di ricerca attiva di animali infetti ed eventuali carcasse, fatta dai cacciatori. "Al contempo invece - sottolinea Federcaccia - le squadre organizzate di caccia al cinghiale, si sono già autofinanziate per ristrutturare e mettere a norma i loro centri di lavorazione delle carni nelle “case di caccia“, proprio a tale scopo".

N.B.