CLAUDIO LAUDANNA
Cronaca

Erosione e sabbia pulita La ricetta di ’Limpidho’

Tecnologia rivoluzionaria ideata dall’amministratore di Decomar, Davide Benedetti "L’idea piace, tanto che Fincantieri è entrata nel progetto con un 20 per cento"

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di Claudio Laudanna

Un porto efficiente, spiagge spaziose e anche un’acqua più pulita. Potrebbe essere a chilometri zero la soluzione per i problemi della costa apuana. Nel dibattito tra ’apocalittici’ e ’integrati’ sul futuro dello scalo di Marina di Carrara e delle vicine spiagge di Marina di Massa e della Versilia c’è chi si dice certo di poter salvare capra e cavoli rendendo virtuoso un circolo che per il momento decisamente non lo è. Lui è Davide Benedetti, amministratore delegato della Decomar, azienda massese che ha messo a punto ‘Limpidho’, una tecnologia rivoluzionaria che permette l’ecodragaggio, un’operazione in grado non solo di rimediare ai problemi di insabbiamento dei porti, ma anche di recuperare sabbia pulita da utilizzare per il ripascimento della costa. Si tratta di una sorta di enorme aspirapolvere montato su una chiatta che succhia la sabbia dal fondale marino, la pulisce e la divide a seconda della sua grandezza separando il materiale buono per il ripascimento dall’altro. Si tratta di una tecnologia all’avanguardia che, non a caso, ha convinto anche un colosso come Fincantieri ad investirci sia entrando direttamente in Decomar con una partecipazione del 20 per cento, sia dando vita a una joinventure, ‘FincantieriDeco’, specializzata nell’ecodragaggio e che ha al timone lo stesso Benedetti. "Come Fincantieri Deco ci siamo appena aggiudicati il dragaggio del porto di Ravenna e presto potremo partire con i lavori – spiega quest’ultimo -. Noi siamo convinti che con la nostra tecnologia possa finire letteralmente un’epoca e affermarsi un nuovo modo di dragare, più compatibile con l’ambiente e nel segno di un’economia circolare. Il nostro sistema non solo ci permette di operare a circuito chiuso, senza quindi sabbie in sospensione e senza altre ricadute molto impattanti per il territorio, ma ci consente anchedi dare una soluzione ai problemi del territorio. Le sabbie dragate sono separate dai fanghi, lavate e divise a seconda della grandezza in modo tale da separare i materiali adatti al ripascimento. Se anche il porto di Marina facesse una ecomanutenzione continua dei propri fondali allora a quel punto la nostra costa potrebbe addirittura tornare ad ampliarsi e anche l’acqua sarebbe più trasparente". Sotto le Apuane come altrove in Italia ci sarebbe dunque bisogno di un vero e proprio cambio di paradigma. "Nell’immediato dopoguerra il nostro paese era al primo posto per ricettività portuale, oggi è circa 55esimo – spiega Benedetti -, questo perché la necessità di tutelare l’ambiente ha frenato gli interventi sui porti. Oggi non è più necessario scendere a questo genere di compromessi perché grazie alla nostra tecnologia è possibile venire incontro alle richieste degli ambientalisti e garantire l’operatività degli scali. E’ possibile, in altre parole, avere un porto ecosostenibile e contrastare l’erosione, oltretutto a prezzi inferiori di circa il 30 per cento a quelli dei dragaggi tradizionali visto che riduciamole spese di discarica. Noi siamo pronti a portare avanti soluzioni virtuose per la tutela della costa e lo sviluppo del territorio, quello che facciamo, d’altronde, lo sanno sia in Regione che a livello locale".