FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Erosione: "Scelte confuse e incerte". La Regione ‘boccia’ il masterplan

Critiche severe al piano del Comune per la protezione del litorale tra il fiume Frigido e il fosso Lavello

Erosione: "Scelte confuse e incerte". La Regione ‘boccia’ il masterplan

Non sarà facile per il Comune di Massa superare tutti gli ‘scogli’ che emergono dalla richiesta di integrazioni e chiarimenti elaborata dagli uffici tecnici della Regione in quindici pagine di sintesi che riprendono gli aspetti principali osservati dal pubblico e soprattutto i pareri degli enti coinvolti per il masterplan delle opere di difesa costiera tra fiume Frigido e fosso Lavello. Un progetto che già ora si aggira sui 40 milioni di euro ma presenta molti aspetti da chiarire secondo chi ha partecipato alla fase delle osservazioni.

"Come evidenziato anche da Arpat, il progetto in esame presenta un elevato livello di indeterminatezza ed inadeguatezza nell’analisi delle varie componenti ambientali nonché la mancanza di scelte chiare circa le diverse soluzioni di intervento, così come della fonte di provenienza dei materiali da utilizzare per i ripascimenti – scrive la Regione Toscana –. Ciò allo stato attuale della documentazione non consente qualsivoglia valutazione degli impatti ambientali". Sono due infatti le soluzioni progettuali proposte nel documento e difficile è valutarne gli effetti. Se il ripascimento, imponente, sembra sempre obbligato nelle quattro le sezioni in cui viene diviso l’arenile dal Lavello al Frigido, sulle opere di difesa si passa dalle ‘isole’ di massa lungo la battigia alle scogliere. La Regione chiede quindi al Comune "di indicare in maniera univoca quale sia la soluzione progettuale prescelta; come evidenziato da Arpat, si debba privilegiare ogni soluzione di rinaturalizzazione delle spiagge per favorire condizioni di miglior circolazione e ricambio idrico ed un ripristino di equilibri ecosistemici".

Indecisione anche sui siti di prelievo per le sabbie da utilizzare per il ripascimento e questo "rappresenta una rilevante criticità, che non consente di valutare compiutamente l’entità e la significatività dei relativi impatti" indicando come quelli "ritenuti più idonei" sedimenti di fiume Magra, porto di Viareggio, cave terrestri antica cava Borgognoni, Bagni di Lucca e cave sottomarine (due per un totale di circa 30 milioni di metri cubi di materiale: uno davanti al litorale di Massa e l’altro, più a sud, a largo del litorale di Piombino).

La Regione Toscana invita il Comune a essere più preciso, sia sui siti di prelievo sia sulle quantità e sulle modalità di prelievo. Inoltre dovrà anche rispondere alla Regione Liguria sull’utilizzo di inerti di fiume Magra, visto che l’area risulta protetta dall’inserimento nel Sito Rete Natura 2000 Parco naturale regionale e nessuno di questi aspetti è stato inserito nel progetto. Dovrà dunque elaborare anche uno studio di incidenza come chiesto dalla Liguria: l’operazione, sottolinea la Regione, potrebbe addirittura richiedere l’avvio di un Paur interregionale.

Per il porto di Viareggio, bisogna tenere conto dei progetti già in essere: il primo da oltre 100mila metri cubi della stessa Regione Toscana, con spesa di 9 milioni di euro per il ripascimento a Ronchi Poveromo. Infine le cave sottomarine: per la Regione un’operazione così imponente potrebbe richiedere una Valutazione di impatto ambientale di competenza statale "fatto salvo diverso avviso del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica". Un altro aspetto di cui tener conto, evidenzia ancora la Regione: il progetto di ripascimento sottoflutto previsto dall’Autorità Portuale di Carrara per il dragaggio dei fondali. E conclude: "In linea generale l’inquadramento del progetto risulta lacunoso, sia in merito alla mera valutazione dei potenziali impatti ambientali, sia nella valutazione, propria del procedimento di verifica di assoggettabilità, dell’inserimento del progetto nel territorio e sue potenziali interazioni e criticità con proposte progettuali simili".