ALFREDO MARCHETTI
Cronaca

Ex Cat e rilancio del giardino storico: "Produrrà utile grazie alle arance"

Continuano ad arrivare osservazioni alla variante del progetto di restyling del Pomario grazie ai fondi Pnrr. Le associazioni sono sicure: "Valorizziamo il prodotto per marmellate così da apporci il marchio De.Co".

I primi lavori all’ex Cat che hanno dato il via al restyling

I primi lavori all’ex Cat che hanno dato il via al restyling

Fioccano le osservazioni al progetto dell’ex Cat e sua riqualificazione. A prendersi il ruolo di protagonista è il giardino storico. "Il progetto presentato per il giardino – dice Paolo Casotti di Uisp Grande Età – ci pare eccellente però, come abbiamo già fatto notare in precedenti prese di posizione pubbliche, il giardino non può essere fine a sé stesso ma visitabile, ben sorvegliato e soprattutto in grado di automantenersi e produrre reddito. Trecento (o più) piante di arancio amaro sono un capitale di bellezza dal punto di vista storico e paesaggistico, ed un capitale di proprietà nutrizionali che richiede un progetto di valorizzazione. Suggeriamo pertanto che già in questa fase, dovranno essere pensate modalità di gestione dell’agrumeto tali da sfruttare questo prezioso capitale a vantaggio della comunità e in modo da produrre reddito. L’osservazione che facciamo è quella di prevedere una gestione da parte di associazioni e/o cooperative sociali che presentino, di concerto con l’ente locale, progetti di valorizzazione dell’agrumeto sia per quanto riguarda la raccolta e la lavorazione delle arance, sia per quanto riguarda l’inserimento di alveari che producano un miele che potrebbe essere un miele di agrumi massesi candidabile come prodotto De.co. Per realizzare questi obiettivi è necessario secondo noi che vi sia una reale sinergia tra agrumeto e nuovo centro di aggregazione polifunzionale. Riteniamo che una porzione del centro polifunzionale, non grande, ma delle dimensioni sufficienti allo scopo, debba essere riservata alla lavorazione delle arance alla produzione di marmellata di arance massesi amare".

Ci sono poi le osservazioni di Italia Nostra: "La scelta di riproporre la configurazione originale con vialetti e piantumazione di agrumi ci trova perfettamente d’accordo. Naturalmente l’intervento di recupero, per ora limitato alla sola proprietà pubblica, dovrà necessariamente essere esteso alla porzione ancora di proprietà privata. Per questo auspichiamo un’estensione del vincolo di tutela anche ai mappali 154,23,21, 138 e soprattutto all’unica nicchia cinquecentesca esistente oggetto negli anni passati di un intervento edilizio incongruo e poi abbandonato che a noi pare di dubbia regolarità. L’illuminazione e l’irrigazione ci sembrano ben strutturate e condivisibili, in particolare la previsione di riutilizzo del canale irrigatorio estense. Per quanto riguarda le erme del portale monumentale le cui copie in marmo dovrebbero essere secondo il progetto riposizionate là dove si trovavano, chiediamo alla Sovrintendenza di valutare la possibilità di posizionare le erme stesse, e non le copie, nella posizione originaria".

Dice la sua anche l’associazione Borgo del Ponte-S.Lucia-Capaccola: "L’edificio polifunzionale in fase di avanzata realizzazione ci pare alquanto impattante per le sue dimensioni anche se spostato di cinque metri da via del Pomario. Avremmo preferito ridurre la sua volumetria lasciando in essere l’edificio ex lavaggio che non è affatto in degrado, come scritto invece nelle relazioni di accompagnamento alla variante progettuale, e ospita attualmente il Museo della Resistenza. Edificio che potrebbe ancora essere adibito a molteplici usi, come ad esempio esposizione permanente e magari vendita degli agrumi prodotti nel recuperato Pomario. Chiediamo quindi espressamente se questa opzione può essere ancora praticabile". Per quanto riguarda il recupero del giardino "il progetto presentato ci pare ottimo anche se per ora limitato solo alla porzione pubblica dell’ex giardino. Nella fiduciosa speranza che si colga quest’occasione davvero storica e che il recupero sia esteso e completato grazie a qualche accordo con i proprietari è chiaro che il giardino non dovrà essere fine a sé stesso ma visitabile, ben sorvegliato e soprattutto in grado di automantenersi".