"Faccetta nera suonata durante assemblea Asmiu"

Durante una riunione di Asmiu a Massa, è stato suonato il canto fascista "Faccetta nera". Rifondazione comunista denuncia il gesto e critica il silenzio delle istituzioni locali, sottolineando il pericolo di rigurgiti fascisti nella società.

"Faccetta nera suonata durante assemblea Asmiu"

Durante una riunione di Asmiu a Massa, è stato suonato il canto fascista "Faccetta nera". Rifondazione comunista denuncia il gesto e critica il silenzio delle istituzioni locali, sottolineando il pericolo di rigurgiti fascisti nella società.

"Faccetta nera durante una riunione di Asmiu". Lo denuncia Rifondazione comunista. "Abbiamo avuto notizia che, durante un presidio di lavoratori di Asmiu a luglio, all’interno dell’azienda qualcuno faceva suonare ad alto volume un canto nostalgico del ventennio fascista: ’Faccetta nera’. I sindacati Cgil e Fiadel in presidio hanno fatto denuncia all’amministratrice di Asmiu Sabrina Boghetti (nella foto), al sindaco Francesco Persiani e al prefetto Guido Aprea perché quel gesto era un chiaro ed evidente richiamo su come in epoca fascista venivano trattati i lavoratori che protestavano e scioperavano: il fascismo nasce con l’assalto alle Camere del lavoro all’inizio degli anni ‘20. Ci saremmo aspettati quindi una presa di distanza chiara, certa e indiscutibile su quanto accaduto, una posizione che le forze democratiche della nostra Repubblica, nata dalla sconfitta del fascismo, dovrebbero rimarcare ogni giorno".

"Invece – continua Rc – stiamo assistendo a comportamenti molto pericolosi. Da una parte il silenzio totale di sindaco e prefetto che nemmeno si sono degnati di rispondere ai sindacati, dall’altra alla recente risposta pilatesca dell’amministratrice di Asmiu che se ne lava le mani. Se anche le istituzioni che dovrebbero essere le prime a dare segnali chiari su quale posto debba avere il fascismo nella nostra Repubblica e nel mondo democratico, non ci possiamo meravigliare poi dei rigurgiti fascisti e razzisti che quotidianamente incontriamo su social e per le strade. E’ il silenzio di chi ha ruolo istituzionale che consente ai nostalgici del ventennio di tornare a manifestare le proprie idee dittatoriali e razziste".