REDAZIONE MASSA CARRARA

Docu-film sul caso Farmoplant: "Nessuno vuole pensare al rischio cancro"

Il video ‘MassaCrata’ prova che i residenti non si pongono domande

Andrea Pepe e David Chiappuella

Massa, 9 settembre 2019 - ​QUALCUNO usa il termine «Antropocene», e non è esagerato perchè, come ha spiegato Aldo Di Benedetto del (Ministero della Salute di Roma, «quello che sta nella falda di Massa Carrara sta anche nei ghiacciai della Groenlandia». Il pianeta è in sofferenza a causa della mano dell’uomo e delle sue attività, ma è difficile farlo capire alla popolazione. E ci sta provando il fotoreporter Andrea Pepe con il progetto ‘MassaCrata’. Il documentario si focalizza sugli effetti devastanti della Farmoplant dopo 30 anni dall’esplosione del micidiale Rogor ed è stato presentato al Parco della Rinchiostra nell’ambito della terza edizione della rassegna FcomeScienza-Salute/Ambiente, promossa dall’associazione MurAperte. Ha introdotto il presidente di Muraperte, Umberto Antonelli, lasciando la parola ad Andrea Pepe e al giornalista David Chiappuella.

«E’ mio obiettivo lavorare su questo ambizioso progetto – ha spiegato Pepe – e portarlo a temine. Vorrei riuscire a documentare come la popolazione vive il rapporto con l’inquinamento. La zona d’interesse è principalmente Romagnano, Alteta e Ricortola, che io chiamo ‘zona rossa’. Purtroppo sulle bonifiche siamo ancora fermi al palo. Ho avviato questo progetto con l’idea di inquadrare la storia di quest’area avvelenata attraverso le testimonianze della gente, sul cancro che ha ucciso i loro familiari. All’inizio sembrava fattibile, poi la gente si è chiusa. Parlare di cancro è ancora tabù e ho capito che è un’impresa difficile. Evitando di entrare nell’intimità delle famiglie, cerco piuttosto di sapere se le persone sono consapevoli di vivere in un luogo di veleni. Il risultato è che la gente vuole stare bene, coltiva gli orti, le serre, beve acqua, riempie piscine ai bambini senza porsi domande. E se chiedo qualcosa mi sento rispondere “ma qui non è così”. Magari sopra, al confine, ma non dove abitano loro. Emerge una sorta di autodifesa, un rifiuto di porsi domande e pensare. Eppure hanno croci in casa per il cancro».

Come evidenziato nelle immagini volutamente spezzate per una maggior riflessione, la gente non si dà pensiero: coltiva la serra e mangia pomodori, stende i panni lungo la strada. In sintesi, la popolazione della ‘zona rossa’ ha la consapevolezza di camminare sopra un terreno saturo di veleni? E’ questa la sfida di ‘MassaCrata’.

Angela Maria Fruzzetti