ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Fila promuove lo sport con il marmo. Uno spot nell’atelier di San Martino

La Cooperativa degli scultori ha ospitato le riprese dello storico brand e realizzato il logo in bianco

Fila promuove lo sport con il marmo. Uno spot nell’atelier di San Martino

La Fila ha scelto la ‘Cooperativa Scultori di Carrara’ per registrare il suo nuovo spot e lanciare la nuova linea di articoli sportivi. L’azienda fondata nel 1911 dai fratelli Fila famosa in tutto il pianeta lancia la sua nuova linea sportiva girando lo spot nel laboratorio di scultura di San Martino. I protagonisti sono gli stessi soci della cooperativa: Diego Zampolini, Riccardo Barsottini e Raffaele Bruzzi. Nello spot compare anche lo scultore Giorgio Balocchi con in bocca l’immancabile pipa.

Oltre alla pubblicità vera e propria come attori del video, la Cooperativa scultori ha anche realizzato il logo della Fila, una lastra di un metro per un metro in marco bianco di Carrara, verde alpi e rosso Verona. Con questo spot Fila conferma come il fascino delle Apuane, del marmo bianco e della scultura abbiamo un potere pubblicitario di grande effetto già preso in cosiderazioni da grandi griffe e improtanti maison del lusso. Fila è solo l’ultimo brand che ha scelto Carrara per promuovere i suoi prodotti. Bulgari, Piaggio, Audi, Range Rover sono solo alcuni marchi che prima della marca di sport hanno promosso i loro prodotti in città o sulle bianche bancate. E a proposito di Cooperativa degli scultori di San Martino, il New York Times ha scelto proprio un’immagine del loro laboratorio per promuovere Massa Carrara come una delle 52 mete turistiche da visitare nel 2024.

"Siamo molto felici che Fila abbia scelto noi per questo spot – dice Diego Zampolini –. Si tratta di un bel palcoscenico non solo per noi ma per tutta la città. Una bella soddisfazione. Ha organizzato tutto la nostra segretaria Maria Luisa Spadoni, una persona davvero in gamba". Nello spot girato nel laboratorio di Zampolini, Barsottini e Bruzzi, si vedono questi tre scultori intenti a realizzare il logo della Fila mentre su un vecchio televisore scorrono immagini di grandi imprese sportive e di grandi personaggi dello sport, come per esempio l’esploratore Reinhold Messner e il tennista Bjorn Borg. "La nostra cooperativa è stata scelta non solo per la centralità del laboratorio – prosegue Zampolini – ma anche per la struttura, un vecchio laboratorio di scultura dei primi del Novecento". Il laboratorio della Cooperativa degli scultori di Carrara è un esempio di architettura artigianale del centro città, il primo edificio costruito da William Walton nel 1864 destinato alla lavorazione del marmo e che contribuì a far decollare il nome di Carrara nel gotha della scultura mondiale.

"Siamo una realtà quasi unica – prosegue Diego Zampolini lasciandosi andare a considerazioni sul degrado cittadino e il progressivo impoverimento del centro – perché il nostro laboratorio è in centro città. Nel corso degli anni Carrara ha vissuto un esodo sbagliato dei laboratori, che sono stati decentrati. Si tratta di un tasto dolente a cui è seguito lo spopolamento controllato della città e dei servizi. Negli anni a Carrara è stata tolta tutta l’attrattiva che la rendeva speciale e unica. Una città che al mondo ha dato tanto e che in cambio non ha ricevuto niente. Il mondo è pieno di sculture di artisti di Carrara. È importante riportare i laboratori in città – insiste lo scultore – perché sono il valore aggiunto del territorio. I turisti sono interessati a vedere la scultura dal vivo e i laboratori offrono proposte di nicchia. La scultura vera si vede solo a Carrara".

La Cooperativa scultori di Carrara oltre ad essere una metà turistica è anche un’importante base per la vicina Accademia di belle arti, con molti studenti che la scelgono proprio perché nel cuore della città facilmente raggiungibile anche per chi non possiede mezzi e per imparare quelle tecniche di lavorazione e quel know how che solo qui è possibile.

Tra i tanti scultori celebri che vi lavorano in pianta stabile e che si avvalgono della professionalità della Cooperativa c’è anche la scultrice russa Aidan Salakhova, famosa per le sue opere femminili cariche di significati femministi e autrice della Naomi Campbell di oltre due metri in nero Zimbawe.