
Cerimonia all’insegna dell’amicizia ieri pomeriggio a Carrara (Foto Letizia Delia)
Quasi 1000 persone da ogni angolo del territorio per la fine del Ramadan. È stata una mattinata di preghiera e colori, quella di ieri alla Fossa dei Leoni, dove musulmani di ogni età, residenti nel territorio e appartenenti a diverse comunità ed etnie, si sono radunati nel campo da calcio di viale XX Settembre, vestiti con abiti tradizionali, per solennizzare l’evento più importante del calendario islamico e la fine del mese sacro di digiuno e purificazione. Come ogni anno, la sindaca Serena Arrighi ha voluto essere presente alla celebrazione, officiata dall’Imam Alaa Aldalati: "Voi – ha detto la prima cittadina – siete un pezzo importantissimo della comunità. A Carrara possiamo essere orgogliosi della vostra integrazione. L’unico modo che abbiamo per combattere la violenza e i venti di guerra che spirano anche vicini a noi è il rispetto reciproco e la volontà di vivere assieme, cercando di massimizzare i valori nel rispetto altrui". Ad assistere all’evento anche rappresentanti della Polizia di Stato e di enti del terzo settore, fra cui Sara Vatteroni, di Casa Betania, che ha portato i saluti e letto il messaggio del vescovo, Mario Vaccari, impossibilitato a partecipare per via di concomitanti eventi della Quaresima: "Che le nostre preghiere, i nostri gesti di solidarietà e l’impegno di ciascuno verso il bene – ha detto – siano segno dell’amicizia e della fratellanza tra le nostre esperienza di fede, perché cristiani e musulmani possano essere testimoni della bontà di Dio in un mondo assetato di pace".
"Una comunità che si ritrova in una giornata di festa – ha sottolineato Mohamed Kamal Koudsi, presidente dell’associazione Rahma di Carrara – Invitiamo da sempre le istituzioni locali perché riteniamo di essere parte integrante della comunità carrarina e siamo contenti di questo rapporto pacifico, che in questo periodo storico serve molto". A pregare, assieme alle centinaia di fedeli, anche il responsabile dell’ufficio immigrazione del Comune di Carrara e dell’associazione El Kandil, Abdessamad El Bodlali: "Come sempre – ha detto – sono presenti tante etnie raccolte sotto l’unica bandiera della fede mussulmana. Siamo felici di questa giornata e che abbia partecipato anche la sindaca". Ma sui tappeti stesi sul campo da gioco c’erano soprattutto persone qualunque. Come Samba Diatta, ragazzo senegalese di 37 anni approdato in Italia nel 2016 con un gommone dopo aver attraversato il deserto ed essere arrivato in Libia fra difficoltà, fame e sete: "Nei miei primi anni a Carrara – ha raccontato – ho vissuto nel centro di accoglienza di Gragnana. All’inizio è stato complesso, senza parenti o amici con cui parlare. La prima cosa che ho voluto fare è stata integrarmi: sono andato a scuola. Mi sono sentito accolto e questo mi ha permesso di lasciarmi alle spalle i ricordi del viaggio nel quale ho visto morire anche tanti ragazzi. Ho conosciuto molte persone, del Senegal ma non solo: essere qua oggi tutti assieme è molto importante per ognuno di noi".
Alessandro Salvetti