
Forno, paese a rischio abbandono
Forno (Massa Carrara), 12 agosto 2021 - Forno lotta con l’abbandono e i problemi quotidiani, la paura di rimanere senza medico, la manutenzione delle strade sono solo un ese mpio. "Forno ha sempre avuto molti servizi – interviene Isolina Tonarelli - poco è rimasto e lo dobbiamo difendere per non rischiare l’abbandono". Il problema in questo momento, è il timore che da fine anno il paese si ritrovi senza l’ambulatorio del medico di condotta: "Sappiamo che i due medici di famiglia che esercitano in paese, dottor Manfredi e dottor Colle – prende parola Fenisia Tonarelli - sono prossimi alla pensione. Entrambi, entro la fine dell’anno non saranno più in servizio. E sappiamo per certo che, al momento, non ci sono medici disposti a sostituirli. Rischiamo di non avere più a disposizione il medico di famiglia e questa è una cosa gravissima".
Anche Martina Alberti si pronuncia su questo disagio: "A Forno vivono molte persone anziane – aggiunge – e la presenza del medico di famiglia è necessaria. Il paese si sta mobilitando e sarà avviata una raccolta di firme da sottoporre all’attenzione dell’Azienda sanitaria e del sindaco Persiani". Forno non si arrende : "Abbiamo combattuto per mantenere la scuola – aggiungono - e faremo altrettanto per l’ambulatorio medico". La gente, a Forno, è come una grande famiglia. I punti di ritrovo sono chiaramente i bar e i circoli rimasti: due esercizi alla storica Casa Socialista, fulcro della vita sociale del paese, il bar gelateria all’ingresso, il bar Alpi, il circolo Arci della storica cantina "la Boccetta".
E ancora le botteghe storiche, dove si racconta la storia di quel paese partorito dalla sorgente del fiume Frigido. Tutto nasce attorno a quella grande e preziosa risorsa naturale con la realizzazione di opifici idraulici fino al grande evento del cotonificio ligure di fine Ottocento che ha segnato la vita dell’intera comunità locale. Un paese cresciuto in alto e sentieri e stradelli nel tempo si sono alterati e quindi non più sicuri per chi li percorre: "Guardate qua – indica braccia e gambe letteralmente scorticate, Nicola Alberti -. Stavo scendendo via Castello ma i gradini sono messi male e sono caduto, riportando queste escoriazioni. Più volte abbiamo segnalato la pericolosità di questa strada ma non ci sono state risposte". "In via Castello abitano numerose famiglie – aggiunge Grazia Manfredi -. Io stessa sono caduta ma se capita ad una persona anziana? Chiediamo almeno la sicurezza". Che il paese necessiti di maggior manutenzione è convinta anche Paola Fruzzetti: "Tante strade interne sono messe male, non più sicure. E poi anche la pulizia è carente". Come per altre realtà montane, viabilità e pulizia sono problemi. "Soprattutto quando piove – interviene Sandrino Fruzzetti – la strada principale si trasforma in un fiume. Sarebbe bastata un’adeguata pendenza. Invece, dalla zona del Biforco, arriva un fiume in paese, trascinando detriti di cava". Una situazione che non è stata mai risolta. "Il grave problema – sbotta Anna Rosa Del Sarto – ha un solo nome: dissesto idrogeologico. Se i canali sono ostruiti, chiaro che in caso di forti temporali si creano disagi. Devono investire in sicurezza, devono investire in prevenzione. Non si può lavorare sempre in somma urgenza. I rischi, in montagna, ci sono". Da Resceto un gruppo di giovani , ha raggiunto Forno per poi dirigersi verso la frazione di Colonnata, attraverso il sentiero del Vergheto, alla riscoperta dei benefici di camminare nel verde. Non tutto, quindi, è perduto: l’intento dell’amministrazione comunale attuale è quello di restituire dignità e decoro ad aree periferiche e montane e quindi investire. "Sarebbe auspicabile – commenta Angela Biagi - per ostacolare lo spopolamento dei borghi".