
I cavatori hanno espresso tutta la loro rabbia verso i sindacati e le istituzioni, ieri mattina in Comune
Carrara, 16 aprile 2016 - «ORA è tardi per parlare. Dovevate esserci prima che questa ennesima tragedia succedesse». Rabbia, sgomento, ma anche rassegnazione. I cavatori ieri mattina hanno urlato alla città tutto il loro odio verso queste morti sul lavoro. In occasione dell’assemblea indetta dalla Cgil in Comune, che ha visto uno sciopero generale di 24 ore dei cavatori a monte e valle, nato dopo la tragedia avvenuta giovedì mattina a Colonnata, dove hanno perso la vita Federico Benedetti e Roberto Antonioli Ricci, i lavoratori del monte hanno urlato tutta la loro rabbia contro sindacati e istituzioni, ieri rapresentate dall’assessore regionale alle Attività produttive Stefano Ciuoffo, dai sindaci Angelo Zubbani e Fabrizio Volpi e dalle sigle sindacali rappresentate da Paolo Gozzani della Cgil, Roberto Venturini di Fillea Cgil, insieme a Dino Novembri dei Cobas del marmo, Luciano Bettin della Filca Cisl nazionale. Con loro anche Salvatore Lo Balbo della segreteria nazionale della Cgil e Francesco Fulignani di Feneal-Uil.
Un minuto di silenzio chiesto dalla senatrice del Movimento 5 stelle ha spezzato la tensione con cui i cavatori si sono rivolti al tavolo delle autorità. «Ma lo capite o no che alle cave e anche al piano – è intervenuto Walter Giorgeri, cavatore – ci muoiono le persone? Tutto questo parlare non serve a niente. Se non si fa qualcosa ora, per la sicurezza, tra due mesi saremo di nuovo qua a parlare di altri morti». In segno di protesta, un lavoratore del monte, Gianluca Volpi, ha iniziato il suo intervento girando le spalle al tavolo dove era presente la politica ed i sindacati.
«Oggi non mi sento rappresentato da voi – ha tuonato –. Non andiamo a lavorare perché vogliamo morire, ma perché dobbiamo mantenere una famiglia. Come possono succedere cose del genere? Voi non avete nessuna responsabilità? Ci sarà qualcuno che dà autorizzazioni per coltivare le cave in quel modo. È ora che applichiate le leggi, il momento delle buone parole è finito. Ogni volta che la mattina esco per andare a lavoro bacio mio figlio perché ho paura che possa essere l’ultima volta che lo vedo. Basta, prendete provvedimenti».
Per i sindacati è intervenuto Bettin: «Capisco la rabbia di tutti. Deve essere terribile salutare i propri cari la mattina e poi tornare a valle cadaveri. Ogni anno i morti sul lavoro sono una vera e propria piaga sociale. Le regole e le norme servono, ma è difficile sedare la rabbia». «Siete voi, adesso – ha dichiarato Paglini – che dovete dire cosa fare. Una delegazione parlamentare della sicurezza sul lavoro sarà alle cave il 2 maggio perché devono capire con i loro occhi in che condizioni lavorano i cavatori».
«Le parole – è intervenuto l’assessore Ciuoffo – ora sono inutili, le istituzioni adesso devono dimostrare la loro presenza. Abbiamo il dovere di interrogarci per quello che è successo. La magistratura ora dovrà fare il suo mestiere e noi attuare un aggiornamento delle norme di sicurezza».