
Fu vero amore? La testimonianza di Claudia Cella
di Daniele Rosi
‘Il coraggio di scegliere’. Questo il titolo del romanzo d’esordio, edito da Echos, della 26enne Claudia Cella, giornalista e laureata in marketing, che racconta della sua prima fatica letteraria con una punta di emozione e, allo stesso tempo, di consapevolezza. Il libro è un racconto che trae spunto da alcune vicende personali accadute alla giovane scrittrice, e che rappresenta un messaggio per tutte le persone vittime della cosiddetta ‘dipendenza affettiva’.
"Ho deciso di mettermi a nudo e raccontare la mia esperienza – racconta - perché chiunque si trovi ad attraversare qualcosa di simile possa aprire gli occhi in tempo. La dipendenza affettiva è una condizione diffusa della quale si parla ancora troppo poco. Io stessa, quando l’ho vissuta in prima persona, non sapevo darle un nome. Molti la confondono con l’amore infelice, che è però un’altra cosa". Il libro spiega la breve relazione tra Claudia, giovane studentessa universitaria, con un manager apparentemente brillante e pieno di doti, che in una fase iniziale le fa credere di aver trovato, finalmente, qualcosa di raro ed esclusivo, dopo una vita passata tra brevi avventure e storie finite male. Col passare delle settimane, Claudia riceve i primi segnali del disturbo di narcisismo patologico di lui, ma sceglie di ignorarli. L’uomo rivela gradualmente le sue debolezze attraverso i comportamenti, come l’ossessione per le bugie e la richiesta continua di attenzioni. Un legame distruttivo ed autodistruttivo, che renderà la giovane sempre più passiva e inerme, fino a che, alla fine, tramite uno scatto d’orgoglio e grazie ad un briciolo d’amor proprio, deciderà di salvarsi.
"Tante persone finiscono imprigionate in questo genere di relazioni – prosegue l’autrice – vittime di un narcisista incapace di provare sentimenti, senza empatia e che non vede nulla oltre a sé stesso, non riconoscendo il male che fa alle persone intorno". Il titolo del libro indica il momento in cui, una volta entrati nella spirale della dipendenza affettiva, ci si accorge che soltanto il coraggio di fare una scelta dolorosa e rompere ogni legame dalla persona, sarà la soluzione migliore.
"Sento di avere una grande responsabilità – sottolinea – e condividere, in questi casi, è importante, perché può rappresentare l’ancora di salvezza di qualcuno. Io sono stata forte, mi sono scoperta tale, ma non siamo tutti uguali. E chi è più debole ha bisogno che ci sia qualcuno, da qualche parte nel mondo, che lo faccia sentire meno solo". Il libro sarà presentato il 9 marzo alle 17 a Palazzo Ducale, nell’ambito di un’iniziativa delle Donne democratiche provinciale sul tema della dipendenza affettiva.