Fungaioli, nuove regole nel bosco. Vademecum per le ricerche e precauzioni anti peste suina

I “detective” nelle zone a rischio devono segnalare eventuali cinghiali deceduti e rispettare norme pratiche

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Pronti per la raccolta funghi

Pontremoli (Massa Carrara), 22 agosto 2024 – Aumentano le liste di attesa nei ristoranti per gustare i funghi del bosco, ma la stagione è partita al rallentatore. Sembra facile dire porcino… L’estate calda e le recenti piogge fanno trepidare gli appassionati cercatori che non vedono l’ora di immergersi tra castagni e faggete alla ricerca del prezioso prodotto del bosco.Il meteo però non aiuta e i cercatori di funghi invece di riempire canestri sono costretti a sfogliare la margherita col naso all’insù scrutando lune e anemometri per alimentare la speranza di una buona caccia. In servizio permanente effettivo sono numerosi i ’detective’ del boleto che in Lunigiana e sul territorio apuano riescono a catturare nel bosco anche le cappelle più nascoste per riempire le cassette da esporre come trofei ai ghiottoni di turno.

Ma quest’anno i cercatori nei territori a restrizione Peste suina africana della Zona II devono rispettare il regolamento di esecuzione della Commissione europea che vale per i Comuni di Zeri, Pontremoli, Mulazzo, Filattiera e Tresana. Che cosa devono fare? Intanto parcheggiare l’auto nelle piazzuole di sosta., cambiare le calzature al termine di un’escursione, riporle in un sachetto e dfisinfettarle a casa. Segnalare nel caso cinghiali morti al numero unico 0573306655, non abbandonare avanzi di cibo o rifiuti. Però qualche bollata alla periferia delle fungaie è stata scoperta, ma sono solo spiccioli per i paperoni del canestro, quelli che riforniscono anche i ristoranti con il logo del porcino sull’insegna. E così si è scatenata una vera e propria gara nell’accaparrarsi uno dei simboli delle prelibatezze gastronomiche del territorio. Sono già affollati i plotoni di buongustai che hanno fatto la fila nell’ ultimo weekend davanti a trattorie, ristoranti e agriturismi (magari col Maalox nel taschino) mete azzardate per consumare peccati di gola. E il fungo è un elemento fondamentale per richiamare turisti, lo testimoniano le liste di prenotazioni per cene a base di funghi in tutti i ristoranti. Freschi, essiccati, protagonisti di piatti con polenta, risotti e tagliatelle oppure compagnia di golosi secondi: scaloppine ai porcini, cappelle al forno, funghi fritti e trifolati.

Senza dimenticare chicche come l’insalata di porcini crudi. Ce n’è per tutti i gusti. In attesa della sterzata microclimatica gli appassionati cercatori pattugliano quotidianamente le pendici montane. Ma per raccogliere funghi sul territorio toscano ( limite di raccolta 3 kg al giorno) occorre l’autorizzazione che viene rilasciata dalla Regione e non più dal Comune di residenza del richiedente: per sei mesi (13 euro), oppure un anno (25 euro), ridotti della metà per coloro che abitano nei territori montani. Le tariffe cambiano per i residenti fuori regione: 15 euro per un giorno 40 per una settimana, 100 euro per un anno. Ci sono poi le riserve, aree gestite da associazioni di proprietari. In Lunigiana se ne trovano a Zeri, nell’Alta valle del Verde.

Insomma sta per scatenarsi un vero festival del fungo, il cui culto è intimamente connesso alle tradizioni alimentari e commerciali di questa zona ed anche un forte impulso all’economica legata ai prodotti del sottobosco. Il porcino “superstar” diventa un simbolo trainante per il turismo che non punta solo sugli aspetti commerciali e culinari, ma anche a far conoscere le eccellenze del territorio per capire meglio il mondo dei boschi e dei funghi. Però l’esercito dei raccoglitori deve sapere che il bosco spesso si trasforma in una trappola e c’è sempre qualcuno che non riesce a ritrovare la via di casa. Occorre seguire la ’mappa’ del buon senso. La prima regola chiede di non andare mai da soli e di avere un telefono cellulare, ma anche calzature adeguate che evitano possibili distorsioni sui terreni accidentati e indumenti adatti. Per non correre rischi è necessario evitare di addentrarsi in zone scoscese e dove la vegetazione è molto fitta.

 N.B.